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Musica,  Rock

14 dicembre 1979: esce London Calling, terzo album dei Clash

London Calling, album simbolo dei Clash e del punk britannico, compie 41 anni

Pochi album possono considerarsi fondamentali nella storia della musica come London Calling dei Clash. Pubblicato il 14 dicembre 1979, il disco cambia completamente la storia e le connotazioni del punk, segnando la fine degli anni ’70. Con quest’opera, i Clash dimostrano che il punk non è solo autodistruzione, ma è anche capacità di costruire qualcosa di nuovo, riuscendo addirittura ad attingere dal passato.

La produzione dell’album

London Calling è il terzo album in studio per i Clash. La band inglese era nata solo tre anni prima, nel 1976, quando il chitarrista Mick Jones e il bassista Paul Simonon incontrano Joe Strummer all’ufficio di collocamento. I primi due album, The Clash (1977) e Give ‘Em Enough Rope (1978), sono un gran successo in patria e li consacrano immediatamente nella scena punk al fianco dei Sex Pistols. È però London Calling a portarli al successo mondiale, sebbene non sia stato accettato dalla frangia purista del punk.

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The Clash

A differenza dei primi due album, infatti, London Calling non è riconducibile al solo genere punk. O meglio, è attraverso il punk che vengono mescolati ed unificati altri generi musicali, come il funk, il jazz, il rockabilly e il rock più classico. Si tratta quindi di un disco complesso e composto da più strati, molto lontano dall’immagine che i Clash si erano creati con i primi due album.

London Calling, una canzone sulla fine del mondo

La title track, inoltre, è un vero e proprio documento che racconta la sconfitta del punk classico. Si tratta di una grande metafora che prende come base di partenza la vittoria negli anni ’40 degli inglesi sui nazisti. Le parole “London calling” erano infatti ripetute ogni giorno da Radio Londra per comunicare l’andamento della guerra agli europei. I Clash lo hanno quindi usato come messaggio in codice per rappresentare la Londra della fine degli anni ’70.

Se ad un livello superficiale sembra un invito a visitare la capitale inglese, London Calling rappresenta in realtà la fine del mondo vista dai Clash. Solo nel 1979 erano successi molti avvenimenti che potevano portare a pensare ad un’imminente catastrofe mondiale. Dalla fusione del reattore della centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania, al Tamigi che minacciava di straripare, le allusioni a disastri imminenti erano all’ordine del giorno.

Più di una volta Strummer si indirizza direttamente ai giovani all’interno della canzone. È infatti un invito alle nuove generazioni di prendere coscienza di quello che succede loro intorno, di quello che è il passato e di reagire per migliorare la situazione. È un invito a ripudiare l’idea della Londra anni ’60, ovvero una città turistica e frivola, per concentrarsi su problemi reali.

Non manca poi un’interpretazione secondo la quale la canzone non è altro che un inno a ribellarsi alla Thatcher e a cominciare una battaglia che, però, non avverrà mai. In questo caso, ogni elemento del testo sarebbe da analizzare in maniera metaforica, con il Tamigi che sta per l’ondata di conservatorismo ipocrita e l’ignoranza del periodo.

L’iconica copertina

La copertina del disco è forse l’elemento più iconico, tanto che è stata votata come una delle più belle nella storia della musica. Si tratta di una fotografia di Paul Simonon scattata durante il concerto del 20 settembre 1979. Arrabbiato per essere inciampato nel cavo che collega l’amplificatore al basso, prende quest’ultimo e lo sfracella al suolo. La fotografa, Pennie Smith, riesce a catturare il momento su pellicola. Smith, dal momento che non era riuscita a mettere a fuoco, voleva eliminarla, ma Joe Strummer e il grafico Ray Lowry hanno idee diverse. L’imprecisione, la sfocatura, rendono lo scatto più vivo, più crudo. Più punk, se si vuole. Tanto che diventa una delle copertine più significative di sempre.

Il progetto finale ha poi un riferimento importante. La scritta “London Calling” occupa infatti il lato destro e inferiore del disco, con la prima parola in rosa e la seconda in verde. Il parallelo è con il primo disco di Elvis Presley, del 1956, che presenta lo stesso identico schema di immagine e scritta. Pur nella somiglianza quasi fotografica, il significato è completamente opposto. Presley è rappresentato mentre canta e suona la chitarra, quindi mentre sta creando qualcosa. Simonon sta invece distruggendo il proprio strumento musicale, non lo si vede in faccia e si percepisce solo la rabbia e la violenza.

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La copertina di London Calling

London Calling è dunque un album estremamente importante nella storia del punk, per la quale può essere addirittura considerato uno spartiacque. Ma è anche apprezzato da chi non è particolarmente avvezzo al genere punk, infatti ha ricevuto recensioni positive sin dalla sua pubblicazione. Nel 2003 e nel 2012 si trova all’ottavo posto nella classifica dei 500 migliori album secondo Rolling Stone.

 

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