30 opere di Bruce Nauman in Pirelli Hangar Bicocca
In Hangar Bicocca arriva l’arte di Bruce Nauman con Neons Corridors Rooms
Quarant’anni di Bruce Nauman raccontati nella grande mostra di Pirelli Hangar Bicocca attraverso 30 delle sue opere più significative. La grande mostra dedicata ai suoi celebri corridoi Neons Corridors Rooms, organizzata in collaborazione con Tate Modern Londra, e Stedelijk Museum Amsterdam è visitabile dal 15 settembre 2022 al 26 febbraio 2023.
Al centro la ricerca spaziale dell’artista, declinata nelle sue sperimentazioni con l’architettura, l’uso della luce, del suono, del linguaggio e del video.
L’esposizione – grazie agli immensi spazi di Hangar Bicocca – riunisce per la prima volta le varie tipologie di corridoi e stanze, oltre a sei neon, cinque installazioni video e sonore, e una selezione di tunnel, modelli scultorei per architetture sotterranee. Il percorso espositivo che copre un arco di ricerca di quasi quarant’anni raggruppa le opere secondo nuclei tematici. Mettendo così in luce da una parte le variazioni e i tratti comuni tra i diversi lavori, e dall’altra l’estensione e la continua sperimentazione dell’artista.
Le trenta opere realizzate dalla seconda metà degli anni sessanta esplorano la dimensione più innovativa della pratica di Bruce Nauman che vive e lavora in New Mexico. In particolare la mostra indugia sulla sua ricerca spaziale e architettonica, approfondita dall’artista con attitudine radicale e pionieristica. A partire dal ricorso a media innovativi per il tempo, quali installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono.
Neons Corridors Rooms
La mostra racconta l’origine e lo sviluppo di questo corpus di lavori proprio a partire dal primo corridoio realizzato dall’artista, Performance Corridor (1969). L’idea per l’opera nasce da una performance registrata nel video Walk with Contrapposto (1968) – anch’esso presente nell’esposizione di Milano –, in cui Nauman cammina avanti e indietro in uno stretto passaggio con movimenti esagerati del bacino, imitando le pose delle sculture classiche.
La riflessione sull’arte e sulla figura dell’artista sono centrali nei primissimi neon della fine degli anni sessanta come The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (Window or Wall Sign) (1967) e My Name As Though it Were Written on the Surface of the Moon (1968). Mentre giochi di parole e indagini sempre più complesse sull’esistenza umana e sugli aspetti disturbanti dell’infanzia compaiono in Run from Fear, Fun from Rear (1972), in One Hundred Live and Die (1984) o in Hanged Man (1985).
Curatori della mostra che entrerà certamente nella storia di Hangar Bicocca, Roberta Tenconi e Vicente Todolì con Andrea Lissoni, Nicholas Serata, Leotine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan.
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