chanel abito nero
Moda,  Parigi

ABITI NERI, UNO STILE DI VITA

PFW: GLI ABITI NERI INVADONO LA SCENA

Henri Matisse una volta affermò che il nero è la regina dei colori. Beh, non aveva torto!
Martedì 4 ottobre si è conclusa la PFW, e sulle passerelle l’unico sovrano era proprio il nero.
Da Chanel a Louis Vuitton a Miu Miu, gli abiti neri hanno trionfato sulla gamma dei pastello e dei neon che tanto erano in voga nelle scorse stagioni.

CHANEL: L’APERTURA DELLE SFILATE DEL 4 OTTOBRE

Delphine Seyrig, famosa attrice francese in voga soprattutto tra gli anni ’60 e ’70, è una delle icone indiscusse della Maison. Il film L’anno scorso a Marienbad del regista Alain Resnais è un’influenza talmente forte per Chanel che, nel 2018, sotto la direzione creativa di Karl Lagerfeld, avevano addirittura finanziato la restaurazione della pellicola.

Ma perché c’è questo legame tra Chanel e il capolavoro di Resnais?

La Seyrig, nel film, indossava dei tubini neri in chiffon e altri abiti neri ed eleganti, incarnando esattamente quel tipo di eleganza femminile, semplice, morigerata, che veniva già promossa dalla fondatrice Coco, la quale affermava costantemente:

“Quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò. Ma fino a quel momento, mi vestirò di nero!”. Ed infatti, i suoi abiti neri sono diventati ben presto una leggenda.

Sulla scia dei valori estetici tradizionali della Maison, la direttrice creativa dal 2019, Virginie Viard, si rifà alla Seyrig. Infatti, l’attrice americana Kristen Stewart, si richiama a Delphine attraverso un corto proiettato sulle pareti della sala.

La collezione è ispirata toutcourt all’immaginario del film, con un’estetica vintage, ma resa sempre di tendenza. Troviamo giacche bouclé rammodernate perché utilizzate come abitini, tailleur-pantaloni neri, sottovesti lunghe in raso, bermuda e, per concludere in bellezza, sfilano gli iconici tubini neri.

chanel

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LOUIS VUITTON: LO ZOOM NELLA VITA

Nicolas Ghesquière, Direttore Creativo di Louis Vuitton, insieme a Philippe Parreno, artista di arti visive, hanno ideato un’installazione, all’interno di uno dei cortili del Louvre, in cui far sfilare le modelle e ospitare gli invitati, all’interno del tendone rosso di un circo.

Le modelle che sfilano sono inseguite da dischi di lampadine. Gli invitati sono circondati da specchi che ne riflettono l’immagine. La moda è un gioco e Ghesquière vuole giocare.

Per quanto riguarda la collezione, il nero è dominante. Corsetti e abiti che rimandano all’immaginario della Versailles di Luigi XIV, ma con note dark.

Inoltre, il Direttore Creativo, si rifà ad un’idea di Maison Margiela del 1994: la riproduzione in scala del guardaroba di Barbie. Tuttavia, lui in qualche modo la ribalta. L’ispirazione maggiore è la manipolazione che ogni giorno attuiamo sul nostro smarphone, quando con due dita zoomiamo le immagini per ingrandirle. Ecco perché gli accessori qui sono smisurati: etichette da viaggio come borse, bustier che sono cinture e zip che hanno le dimensioni di una mano.

louis vuitton

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MIU MIU: REAZIONE AL PRESENTE

Anche Miuccia Prada, come Ghesuière, per la sua linea giovane, ha voluto creare la sua collezione a partire dalla reazione al tempo storico che stiamo vivendo. Non è un tempo adatto a fronzoli barocchi o “bizzarrerie”, ma qualcosa che richiede morigeratezza e semplicità, ecco perché gli abiti neri si fanno spazio tra gli altri colori anche nella proposta della estrosa stilista milanese.
Anche qui, ovviamente, il nero è la Star. Troviamo poi, semplicissime maglie di cotone, seta e cashmere e parka antivento usati come vestiti. Tuttavia, ci sono anche dei richiami alle stagioni passate che mantengono l’identità estrosa del brand: vediamo vari cristalli e i completi sforbiciati.

miu miu

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