Accordo sul carbone alla Cop26: alcuni “Grandi” non aderiscono. Chi c’è alla Conferenza e chi no
Trovato l’Accordo sul carbone alla Cop26, l’obiettivo è utilizzare altre fonti, ma alcuni Grandi non aderiscono
Saranno definiti oggi, giovedì 4 novembre, i dettagli per l’accordo sul carbone. Molti Paesi sono d’accordo su utilizzare meno carbone, o eliminarlo, ma tra questi mancano i “Grandi”. Vediamo chi sono, per poi passare alle personalità più influenti presenti e non, alla Conferenza delle Nazioni Unite.
L’accordo sul carbone
Oltre 40 Paesi e qualche decina di organizzatori concordano nel dire che l’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica va abbandonato. I termini degli accordi sul carbone saranno definiti nel dettaglio nel corso degli incontri che riuniranno i ministri dell’Economia nella giornata odierna. Secondo l’agenda, oggi è infatti la Giornata dell’Energia alla Cop26. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre le emissioni che causano il riscaldamento globale, trovando quindi fonti alternative e rinnovabili. In particolare, i Paesi economicamente più avanzati che partecipano all’iniziativa si sono impegnati ad abbandonare il carbone entro la fine degli anni Trenta, mentre altri fino alla fine degli anni Quaranta.
It’s Energy Day at #COP26
The end of coal power is now within sight, and clean power is scaling up.
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— COP26 (@COP26) November 4, 2021
Chi è d’accordo e chi no
Tra chi sta aderendo a questo progetto, e firmerà l’accordo sul carbone, c’è la Polonia, l’Ucraina, il Canada e il Vietnam: Paesi che comunque utilizzano grandi quantità di carbone per la produzione di energia elettrica. Oltre loro, anche l’Italia è un Paese firmatario. Chi invece non ha aderito è la Cina, oltre l’India, l’Australia, gli Stati Uniti e molti altri. Non hanno aderito all’intesa, e il problema è che sono tra i più grandi consumatori di carbone in tutto il globo. L’India infatti, ha fermamente dichiarato di non essere in grado e non ha intenzione di fermare le emissioni prima del 2070.
I Grandi che mancano alla Cop26
Uno dei Grandi che non vuole aderire all’accordo sul carbone è Xi Jinping, che tra l’altro è uno dei Grandi assenti alla Cop26 di Glasgow. Non esce dal proprio Paese da 21 mesi, è mancato al G20 di Roma, e ora non ha messo piede neanche a Glasgow, ma perché? Si è autoimposto le stesse restrizioni che ha imposto ai suoi cittadini, per raggiungere l’obiettivo di zero contagi giornalieri, praticamente impossibile. Xi Jinping ha posizioni intransigenti, drastiche e un po’ egoiste: non ha intenzione di rinunciare al carbone. Anzi, sta rimettendo anche in funzione miniere di carbone dismesse, perché dopo il boom di esportazioni della Cina verso l’Occidente nel post-pandemia, i carburanti e le correnti iniziano a scarseggiare. D’altro canto comunque, si impegna anche nelle energie rinnovabili come l’eolica e i pannelli solari. Un altro Grande assente invece è Putin. Afferma di non essersi presentato a Glasgow perché teme i contagi, non gli pare il caso di viaggiare in una situazione pandemica. Saranno vere le motivazioni? È da ricordare che alla base delle relazioni diplomatiche con gli Usa c’è un astio che è, a quanto pare, tale da non permettere una minima una distensione nemmeno su un tema universale come il riscaldamento globale.
Personalità presenti alla Cop26
Se da una parte alcuni Grandi sono assenti, dall’altra personalità influenti appaiono tra gli spazi della Cop26. Tra questi Leonardo diCaprio, da sempre attento ai temi ambientalisti, che può solo portare più visibilità alla Conferenza e ai temi trattati. Oppure Bill Gates, che da sempre ha contribuito, sia con il patrimonio personale sia tramite la propria fondazione, a portare in discussione i temi trattati alla Conferenza. Infine per citarne un altro, ha mettere il naso a Glasgow c’è Jeff Bezos, fondatore di Amazon, forse il più contestato. Ha subito critiche anche per il fatto che gran parte dell’inquinamento è causato proprio dal modello Amazon; o anche per la prima missione spaziale di questo luglio della sua Blue Origin, altamente inquinante.
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