acquaforte a cera molle
Dizionario Arte

acquaforte a cera molle

Acquaforte a cera molle. Tipo di acquaforte che produce stampe caratterizzate da morbidezza della linea e struttura granulare. Per coprire la lastra di incisione si usa una cera (o vernice) più soffice e appiccicosa di quella utilizzata nelle normali incisioni (ne esistono di vario tipo), così che eserciti maggiore aderenza. Sopra questa superficie viene infatti adagiato e fatto aderire un foglio di carta sopra il quale l’artista disegna servendosi di una matita.

Con la pressione della matita la vernice si attacca al retro del foglio, e quando questo viene tolto la vernice in corrispondenza dei tratti rimane attaccata al foglio stesso, mentre l’altra rimane sulla lastra. La lastra viene quindi immersa nell’acido e impiegata per la stampa con la normale procedura. A seconda del tipo di foglio usato per il disegno varierà il carattere delle linee stampate: se la carta è liscia le linee assomiglieranno a quelle tracciate da una matita, ma se la carta è ruvida ricorderanno piuttosto quelle tracciate da un gesso.

Pare che l’acquaforte a cera molle sia stata inventata da G.B. Castiglione negli anni Quaranta del Seicento, ma una sola sua stampa è arrivata fino a noi (si trova nella Royal Library, Windsor). Questa tecnica venne poi riscoperta attorno alla metà del Settecento, ed ebbe grande diffusione.

Sebbene sia stata impiegata soprattutto per stampe in serie, alcuni eccellenti originali di acqueforti a cera molle vennero prodotti da Gainsborough, Cotman, e Girtin. Gainsborough, in particolare, nei suoi paesaggi combinò le linee a cera molle con l’ acquatinta per creare delle stampe che ricordano la spontaneità dei disegni a matita e gouache. Questa tecnica è stata riscoperta da molti artisti moderni come Antony Gormley, che in una stampa della serie Body and Soul (1990) appoggiò la bocca sulla base di cera per l’incisione.

Una variante di questa tecnica

Una variante di questa tecnica è costituita dalla maniera a crayon, utilizzata per riprodurre disegni a gessetti rossi o marroni. Si sviluppò in Francia verso la metà del Settecento, dove questi disegni erano allora molto popolari (se ne riprodussero in questo modo di Boucher e Fragonard). Jean-Charles François (1717-1769), incisore pieno di risorse e di grandi capacità, è considerato l’inventore di questo procedimento.

Sulla base di cera si passavano vari strumenti a più punte, in modo da creare linee fittamente punteggiate che imitassero l’effetto granuloso del gesso sulla carta ruvida, specialmente quando la stampa era fatta con inchiostro rosso o marrone. Ben presto dalla maniera a crayon sorse una variante, la maniera a pastello, in cui diverse lastre venivano inchiostrate con diversi colori per rendere l’effetto dei disegni a pastello.

In Inghilterra la maniera a pastello diede a sua volta vita all’ incisione a retino. Tutte e tre queste tecniche furono poi rese obsolete all’inizio dell’Ottocento, con l’avvento della litografia.

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