la mossa di Draghi
Attualità

Afghanistan, Draghi: “collaborazione europea, l’Ue sarà all’altezza”

Afghanistan, Draghi rompe il silenzio: “la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi intervistato al Tg1,  ha affrontato la questione della crisi umanitaria in Afghanistan. Si interrompe così quel silenzio, , unico tra i leader UE, che aveva mantenuto dalla caduta di Kabul. Draghi ha detto che l’accoglienza «di tutti quelli che ci hanno aiutato e di tutti quelli che si sono esposti per la difesa dei diritti e delle loro famiglie» è un impegno preciso ed imprescindibile. Questa responsabilità inderogabile, dichiara, risiede «nella collaborazione europea, l’Ue sarà all’altezza».”

“Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza”

Il colloquio con Angela Merkel ed il G20

Ieri mattina in merito alla questione in Afghanistan, Draghi ha tenuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Durante la conversazione si sono affrontati i temi  delle operazioni di evacuazione dell’Aeroporto di Kabul, ma soprattutto si è iniziato a tratteggiare le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo.

afghanistan draghi

Il premier sottolinea come il futuro per l’Italia e per l’UE, è fatto di difesa dei diritti fondamentali, tra i primi i diritti delle donne, e della protezione di tutti coloro che si sono esposti durante questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo obbiettivo, per costruire il futuro dev’essere perseguito in tutti i contesti possibili. In questo momento, a rappresentare la sede naturale per avviare questa collaborazione sembra essere proprio il G20, presidiato di turno dal nostro paese a fine mese, e che vede coinvolti anche la Cina, la Turchia, la Russia e l’Arabia Saudita.

Afghanistan, Draghi sull’operazione di rimpatrio: “Sono degli Eroi”

Il rimpatrio dei diplomatici, dei militari e dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo in Afghanistan, Draghi dichiara che ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici (molto pochi). Questi dovranno sostenere l’evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie. Il premier in conclusione ci ha tenuto particolarmente a  ringraziando tutte le persone citate, per il loro coraggio e la dedizione. Menzionando i 54 soldati persi ed i 700 feriti in questi 20 anni, e omaggiando ancora i collaboratori afghani, rammenda alle loro famiglie che il loro sacrificio non è stato vano.

“Hanno difeso i valori per cui erano stati inviati, le libertà fondamentali e i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo, hanno fatto del bene”

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Biden in caduta libera per la crisi in Afghanistan, Draghi invita alla consapevolezza ed a tracciare il futuro

Mentre alla Casa Bianca il presidente Joe Biden sembra ormai azzoppato nel suo mandato,  per le decisioni ostinate in Afghanistan, Draghi invita a riflettere sull’esperienza avvenuta come prima cosa da fare. Il premier ricorda come la guerra in Afghanistan è la prima risposta degli Stati Uniti all’attentato alle Torri gemelle. Il bilancio che si trae, dichiara, non è solo un bilancio militare ed umanitario, ma è  una presa di coscienza di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l’Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo. Conclude, sottolineando come però è ancora più importante di trarre considerazioni sul passato, e quella di integrarle per tracciare il futuro.

I talebani promettono l’amnistia generale

Intanto amnistia generale in Afghanistan per tutti i funzionari che hanno lavorato per il governo. Lo assicurano i Talebani, che in una nota affermano: “E’ stata dichiarata un’amnistia generale per tutti, dunque tornate alla vita quotidiana con piena fiducia”.  Il portavoce dei  talebani Zabihullah Mujahid  nella sua prima conferenza stampa afferma che l’Afghanistan non sarà più un campo di battaglia. Nessun rapporto con Al Qaida e con i foreign fighters.  Mujahid promette anche l’impegno a rispettare i diritti delle donne, che saranno invitate a partecipare al governo ed accedere all’istruzione universitaria affinché ci si attenga alle leggi della Sharia. Promesse anche nell’ambito della droga: “L’Afghanistan non sarà più un centro per la coltivazione del papavero da oppio e del narcotraffico”. Anche se, il nuovo governo sottolinea che avrà bisogno del sostegno internazionale per promuovere un’alternativa

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