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Al sesto plenum del Pcc, Xi Jinping prepara la Cina ad una “nuova era”

Al sesto plenum del Pcc, Xi Jinping vuol far riscrivere la storia della Cina, per diventarne la nuova guida e consolidare il suo potere

Il sesto plenum del Partito Comunista Cinese, il Pcc, con Xi jinping, è iniziato lunedì 8 novembre. Secondo le previsioni, il meeting rafforzerà e consoliderà lo strapotere che Xi già detiene. Si prevede anche venga approvata una “risoluzione sulla storia”, per gettare le basi della Cina in una nuova era.

Il sesto plenum del Pcc con Xi Jinping

Al via, il sesto plenum del Partito Comunista Cinese: iniziato ieri, lunedì 8 novembre, l’assemblea plenaria si riunirà per quattro giorni. Circa 400 quadri dirigenti, sotto la direzione del numero uno Xi Jinping, saranno impegnati nel meeting a porte chiuse, che rafforzerà il potere che Xi già detiene. È un rituale quello del plenum, nella vita del partito, che permette di inviare importanti segnali in un momento segnato dal conflitto sempre più teso con gli Stati Uniti, dopo le tensioni su Taiwan, dall’economia che solleva dubbi e dall’assenza del Presidente alla Cop26. La sesta sessione arriva anche in un momento significativo: dopo i cento anni del partito, e prima del XX Congresso del Pcc previsto per novembre 2022. Si prevede che in occasione del vertice del Pcc, con Xi Jinping, sarà approvata la “risoluzione sulla storia”.

Pcc Xi Jinping
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping

La “risoluzione sulla storia” di Xi Jinping

La “risoluzione sulla storia” è presentata da Xi Jinping all’apertura del meeting del Pcc a Pechino. Di fatto, la risoluzione contiene i principali risultati e l’esperienza storica del partito, nei suoi 100 anni di storia. Lo scopo? Elevare il Presidente cinese Xi più di quanto non lo sia già. Nella storia, solamente altre 2 volte oltre a questa, è stata approvata una risoluzione storica. La prima volta è accaduto con Mao Zedong al potere, nel 1945, nel pieno della guerra civile che avrebbe portato i comunisti al potere quattro anni dopo; utilizzò questo stesso strumento per risolvere i dibattiti ideologici nel Paese. La seconda è stata sotto la direzione di Deng Xiaoping, nel 1981, padre delle riforme del dopo Mao, che utilizzò la risoluzione per giustificare il suo programma di riforme economiche di apertura al mercato.

Xi vuole riscrivere la storia

Xi Jinping, in sede di plenum del Pcc, vuole riscrivere la storia del partito per identificare un percorso di continuità: partendo da Mao Zedong come l’unificatore della Cina, a Deng colui che l’ha resa ricca, per poi arrivare a Xi Jinping stesso, ovvero il leader che l’ha resa forte e la guiderà a diventare la prima potenza globale entro il 2049. Ci si aspetta infatti un elogio del Presidente che getterà le basi per legittimare il suo terzo mandato alla guida del Pcc da annunciare l’anno prossimo al XX Congresso del partito. In quest’occasione infatti si pensa che Xi otterrà un inedito terzo mandato, consolidando così la sua posizione di leader più potente della Cina e l’unicità della sua persona, dai tempi di Mao Zedong. Traguardo, quello del terzo mandato, che non è raggiunto dai tempi di Mao. Rivendicando così il suo posto nella storia, Xi dimostra di avere autorità assoluta sul partito comunista cinese.

Pcc Xi Jinping
Mao Zedong

Il plenum del Pcc con Xi Jinping definisce il “culto della persona”

Un altro obiettivo della convention è anche definire la strategia del culto della persona del leader, in questo caso Xi ovviamente. Il leader è in carica da ormai otto anni, e ha come obiettivo quello di accentrare sempre di più il potere intorno a sé. Il culto della persona è un tema molto sentito: basti pensare che dalle scuole elementari alle università si studia il pensiero del Presidente, che è stato codificato nello Statuto del Pcc, e i momenti significativi della sua vita, cosa che solo con Mao era stata fatta.

Ma non c’è un opposizione a questo potere?

Ci si domanda se la popolazione cinese, o anche solo una parte, teme la possibilità di mettere una sola persona in una posizione così forte. Secondo gli esperti, un’opposizione c’è, ma è “silente”. Nessun politico infatti contesterà mai il Presidente della Repubblica Popolare Cinese in un contesto pubblico o in un dibattito politico aperto. La possibilità è che si creino dei gruppi, e che in silenzio tramino un’opposizione, che sarà comunque difficile da attuare. E se dovesse verificarsi, non pensiamo a quali possano esserne le conseguenze. Anzi, le poche voci dissonanti che già sono emerse sono state rapidamente sopite: più di 100 funzionari di alto livello sono stati sostituiti. Lo scorso aprile, per volontà dello stesso Xi, è stato creato un numero apposito che i cittadini possono contattare per segnalare qualsiasi distorsione della storia del partito. Insomma, la strada verso il potere assoluto di Xi Jinping è spianata, e il plenum del Pcc ne fa da cornice.

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