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Alitalia chiude. E ora c’è Ita

Alitalia chiude e passa il testimone a Ita, ecco tutte le informazioni

Alitalia chiude, è ufficiale. La Newco Ita ha infatti acquistato il marchio Alitalia (incluse strutture e dipendenti). Il prezzo è di 90 milioni di euro, circa un terzo della base d’asta prestabilita. Ieri è dunque decollato l’ultimo volo della famosa compagnia aerea, Cagliari-Roma (in ritardo). Ma è una fine che ha anche il sapore di un inizio: stamattina 15 ottobre alle è atterrato alle 7.35 il primo volo, Milano Linate-Bari.

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Il velivolo Ita celebrativo di questo nuovo inizio

Cos’è cambiato

Per il primo volo di oggi non è partito l’aereo con l’enorme scritta dedicata a questo giorno (Born in 2021) ma con un velivolo Alitalia, e personale di bordo con ancora indosso la divisa della vecchia compagnia. Ita ora ufficialmente vola con soli 2800 dipendenti (una piccola fetta di quelli originariamente in Alitalia) e 52 aerei. Non cambiano i codici di voli e biglietti. Diversi invece gli stipendi e forse, nei prossimi mesi, gli arredamenti interni agli aerei e le divise.

Cambia anche il sito web: comprato anche questo da ita. La home page ora informa che Alitalia ha chiuso: “Alitalia ha cessato le attività di volo”. Rimangono tuttavia attivi alcuni servizi, come le informazioni sui rimborsi. Probabilmente nelle prossime ore verranno inseriti ulteriori dati.

I propositi di Ita

La nuova azienda ufficialmente parte con le migliori intenzioni, come quella di essere la compagnia aerea più verde d’Europa. “Mi impegno a far sì che entro il 2025 Ita sia la compagnia aerea non low cost più ecologica d’Europa, e questo grazie agli accordi con Airbus per la fornitura di aerei di ultima generazione” dice il presidente di Ita Alfredo Altavilla. Inoltre l’azienda si ripropone di mettere il cliente al centro della politica commerciale e di rispettare i canoni di corretta gestione economica.

I fallimenti di Alitalia

Proprio quest’ultimo proposito era un punto dolente per Alitalia: tra i quasi 100 dipendenti incaricati di “provare” gli alberghi e capolavori della storia dell’arte acquistati per allietare i passeggeri di prima classe e tagliati per farli entrare negli spazi fra gli oblò, le critiche sono molteplici.

La nota compagnia di bandiera è costata molto allo stato italiano: “Un totale che raggiunge i 13 miliardi tra salvataggi, prestiti e altri interventi pubblici, e che ha portato a un esborso per la collettività pari in media a 500 euro a famiglia” twitta il Codacons. E non è finita: Alitalia ha venduto biglietti anche per date successive al 14 ottobre, nonostante sapesse di dover chiudere. E quei biglietti li dovrà rimborsare lo Stato.

 

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Alberto Sordi davanti ad un aereo Alitalia (1967)

Le critiche a Ita

Ma le critiche colpiscono anche la newco Ita: “per noi oggi non è la fine di Alitalia ma è l’inizio della battaglia affinché Ita diventi veramente la nuova compagnia di bandiera” dice Uiltrasporti. A Fiumicino si apre il 48° giorno di proteste. I sindacati chiedono tutta una serie di garanzie: Handling e manutenzione, Garanzie sulle assunzioni, applicazione del CCNL invece del “regolamento aziendale”.

E il paradosso effettivamente c’è: i circa 7000 dipendenti Alitalia lasciati a casa percepiranno l’indennità della Cig e l’assegno di disoccupazione integrati all’80% del salario originale, mentre i 2800 dipendenti rimanenti intascheranno uno stipendio pari al 70% di quello precedentemente percepito dall’azienda ormai chiusa.

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