Lombardia passa in zona arancione
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Anche la Lombardia rischia la zona arancione, ma la curva dei contagi rallenta

IL NUMERO DI RICOVERATI NEI REPARTI CRESCE: LA LOMBARDIA RISCHIA, MA RISPETTO ALLE SCORSE SETTIMANE LA CURVA DEI CONTAGI RALLENTA

Ieri, 12 gennaio, con 223.167 tamponi effettuati è stato di 41.050 il numero di nuovi casi di Covid registrati in Lombardia. Sono stati 91 i decessi. L’11 gennaio i morti sono stati 55. Il numero dei ricoverati in terapia intensiva rimane al 17%, mentre quello nei reparti supera il 30%. Domani sapremo se anche la Lombardia avrà i numeri per passare in zona arancione.

LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA: RISCHIA O NO LA ZONA ARANCIONE?

La Lombardia ha i numeri per passare in zona arancione? Per quanto riguarda le province, sono 12.065 i positivi segnalati a Milano, 5.880 a Brescia, 3.337 a Varese e 4.026 a Bergamo. Diminuisce il numero di ricoverati in terapia intensiva (253, -3) e nei reparti cresce (+203, 3.317) dove è stata superata la soglia del 30%, la seconda dopo l’incidenza dei casi per la zona arancione. Manca solo la soglia del 20% per le intensive (al momento 17%) ma, a fronte di questi dati, è sempre più probabile che la Lombardia cambi fascia, come ha confermato il governatore Attilio Fontana:

“La direzione è sicuramente quella, speriamo di riuscire a fermarci prima; è difficile fare delle previsioni soprattutto perché la variante Omicron è completamente diversa”

 

LA CURVA DEI CONTAGI RALLENTA

Un grafico, in mano alla Direzione generale Welfare lombarda ed esaminato dal Corriere della Sera, sta visionando come, nonostante i casi aumentino di settimana in settimana, col passare del tempo l’incremento dei contagi sta diminuendo e rallentando. Per ora la curva che disegna l’incremento nei nuovi positivi negli ultimi 7 giorni sulla settimana precedente continua a mantenere inalterato il disegno di un picco in data 4 gennaio, con una successiva discesa nei giorni a seguire, anche molto repentina. Dal 28 novembre ad oggi l’inizio della salita dei contagi inizia a partire da metà dicembre, in maniera costante fino, appunto, al 4 gennaio. Giorno dopo il quale si assiste ad una discesa continua. Questo non tenendo conto i dati dell’Epifania con un livello basso di test effettuati. Fino al dato di martedì, dove la differenza tra la somma dei casi negli ultimi 7 giorni e la somma nella settimana precedente è incredibilmente più bassa rispetto ai giorni che lo precedono.

SIAMO VERSO LA STABILITà DEI CONTAGI?

Continuando così potremmo arrivare a una stabilità di contagi, al cosiddetto plateau. Questo non significa che i contagi non stiano aumentando di settimana in settimana e che non restino alti, ma che di settimana in settimana l’incremento dei casi rallenta. Così si potrà arrivare a un periodo in cui le infezioni restano sostanzialmente stabili oscillando di poco verso l’alto o verso il basso. Una fase che precede, se gestita mantenendo attive le misure di emergenza previste, la discesa dei contagi.

 

Editor: Vittoria Ferrari

 

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