Moda

Anche la Paris Fashion Week per il Covid-19 in battuta d’arresto. In crisi Il gruppo di Pinault

Il danno economico provocato dalla pandemia in corso sarà irreparabile se non si corre ai ripari. Anche la Paris Fashion Week soffre sotto lo spettro del Covid-19

Paris Fashion Week Covid- 19. Le collezioni presentate durante questa kermesse ottobrina sono l’altra faccia della medaglia di una pandemia che sta mettendo in ginocchio l’intero comparto moda.

L’incertezza è una carogna. Ma quest’ultima è “la condizione perfetta per incitare l’uomo a scoprire le proprie possibilità“, come affermò lo psicoanalista e accademico tedesco, Erich Fromm. Quindi, il nuovo capitolo della moda post Covid-19, potrebbe essere scritto a partire dalla primavera 2021 quando gli scenari (apocalittici) della pandemia dovrebbero scemare come un venticello dopo un uragano. Sì, ma qui la retorica è tanta perché ritornare al ritmo (anche produttivo) di un tempo potrebbe volerci anni.

Le presentazioni Digital: è davvero questa la nuova riforma della moda?

Anche la Paris Fashion Week covid-19 mostra il limite delle presentazioni digitali: una serie di scatti o video, trasmessi sulle piattaforme principali e visibili e condivisibili in ogni parte del mondo. Sotto questa ottica si parla di moda democratica: errato. La moda democratica non arriva sugli schermi di tutti, ma negli armadi di tutti. È solo un tentativo di non mandare all’aria una stagione; fermare l’industria che trainante, soprattutto in Italia e in Francia, sarebbe illogico, da folli.

Nel 2020 per il Sistema Moda Italia si prospetta un calo del 20 – 25% del fatturato e una previsione a due binari nel 2021: possibile ripresa oppure ondata di acquisizioni secondo il presidente uscente di Confindustria Moda, Claudio Marenzi. Con un fatturato che supera gli 80 miliardi di euro e quasi 500mila addetti, la filiera della moda rappresenta l’8,5% del fatturato e il 12,5% dell’occupazione dell’industria manifatturiera in Italia. Non poco.

Non va meglio in Francia dove sono i due grandi gruppi del lusso, Kering e LVMH a soffrire. Il gruppo di Pinault, nel primo semestre dell’anno in corso ha registrato un -29% con ricavi a 5,37 miliardi di euro. Nota positiva la crescita delle vendite online del 72%. Gucci rimane il marchio trainante sebbene le performances non siano delle migliori con il -33% delle vendite nel semestre.

Calo del 27% per Arnault che ha registrato un fatturato di 18,4 miliardi di euro nel primo semestre del 2020.

Paris Fashion Week: la bellezza è nella tradizione

Nessuno ha brillato durante la settimana della moda parigina, non fosse altro per la collezione disegnata da Danel Roseberry per Schiaparelli: un concentrato tra surrealismo e modernità, tema caro alla stilista italiana. La pandemia ha sottratto creatività e voglia di fare. Gli stilisti stentano a credere nel futuro, vanno con i piedi di piombo; eppure dovrebbe partire proprio da loro la rinascita.

Tireremo le somme a fine stagione, tra pericoli di possibili lockdown nazionali e vertiginosi cali di vendite che costringerà non solo la revisione dei retailer ma anche un nuovo marcia indietro degli stilisti.

 

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