Quarta dose di vaccino anche in Ungheria
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Anche l’Ungheria parte con la quarta dose, ma l’Ema frena: “Non possiamo continuare così”

Anche Sergio Abrignani ha detto: “Non ha senso ripetere una quarta dose a 2-3 mesi con preparato non aggiornato”

A causa, soprattutto, della velocità fulminea della variante Omicron, si sta spingendo nell’ultimo periodo con le terze dosi. Ma molti Paesi hanno cominciato a somministrare la quarta dose di vaccino. Anche l’Ungheria da ieri 13 gennaio ha dato il via libera. Fuori dall’Europa hanno già iniziato a somministrare la quarta dose soltanto Israele e Cile. Potrebbero, quindi, allungarsi i tempi per l’approvazione di vaccini con formule adattate alla variante Omicron del coronavirus.

UNGHERIA: QUARTA DOSE, IL VIA LIBERA

Da ieri 13 gennaio in Ungheria c’è la possibilità, per chiunque lo richieda, di ricevere la quarta dose di vaccino contro il Covid-19. Lo ha annunciato il capo di gabinetto del premier Viktor Orban, Gergely Gulyás, secondo quanto riportato dal Guardian. Si tratta del primo Paese in Europa a partire con la campagna per la quarta dose. La Grecia e la Danimarca hanno dato il via libera solo per i vulnerabili.

L’EMA FRENA: “NON SI PUò CONTINUARE COSì”

Il capo della strategia vaccinale Marco Cavaleri dell’Ema, Agenzia Europea per i Medicinali, ha sottolineato come non possiamo continuare con booster ogni 3/4 mesi:

“Non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere, ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo”

Marco Cavaleri frena, però, frena sui pazienti vulnerabili:

“Ovviamente quando si tratta di vulnerabili, e persone immunodepresse, è un caso diverso e per loro la quarta dose può essere considerata già da ora”

E continua:

“Mentre l’uso di una quarta dose potrebbe essere considerato parte di una piano di contingenza, le vaccinazioni ripetute a breve tempo di distanza non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine”

SERGIO ABRIGNANI: “NON HA SENSO RIPETERE LA DOSE CON PREPARATO NON AGGIORNATO”

Anche l’immunologo dell’Università Statale di Milano si è espresso in merito alla quarta dose di vaccino, ritenendo insensato il fatto di ripetere il vaccino dopo 2/3 mesi dalla terza dose con un preparato non aggiornato. Anzi, continua, Sergio Abrignani, le immunizzazioni ripetute in tempi ravvicinati a volte producono lo spegnimento della risposta immunitaria. Israele ha già iniziato a somministrare la quarta dose a una grande fetta del Paese. Si aspettano, quindi, i dati:

“Aspettiamo, poi decidiamo”

EMER COOKE: “IMPORTANTI I DATI CLINICI PER APPROVARE UN NUOVO VACCINO”

Anche Emer Cooke, Direttore Esecutivo dell’Ema e presidente dell’Icmra, ha dichiarato:

“Oggi non si tratta solo della risposta normativa a Omicron, ma fa anche parte dell’impostazione della scena per una discussione più strategica su quali tipi di vaccini potrebbero essere necessari a lungo termine per gestire adeguatamente il Covid. Queste decisioni non sono solo per le autorità di regolamentazione. È necessaria la collaborazione tra tutti gli attori in questo spazio, compresi i responsabili delle decisioni in materia di salute pubblica a livello nazionale, regionale e globale. In tale contesto, dobbiamo sottolineare l’importanza della collaborazione con l’Oms per prendere una decisione sugli aggiornamenti dei ceppi”

Secondo Cooke, inoltre, sebbene la maggior parte dei dati disponibili suggerisca che i vaccini Covid approvati stiano perdendo efficacia nella protezione contro infezioni e malattie lievi:

“Questi continuano a fornire un’elevata protezione contro le persone che sviluppano malattie gravi e la necessità di ospedalizzazione legata alla variante Omicron

Necessario è, quindi, avere a disposizione “i dati clinici per approvare un nuovo vaccino”.

 

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