Arte

Andar per mostre, Frida Khalo, Henri, Picasso

Andar per mostre: a Bologna e Torino per i ritratti di Kahlo e Toulouse-Lautrec, a Verona per Picasso

Andar per mostre con i ritratti: non c’è dubbio, Frida Kahlo amava da morire i gioielli. Ne possedeva di molto preziosi, ma custodiva nei cassetti anche bigiotteria da quattro soldi, ma sempre originale e appariscente. Mai senza gioielli! Non c’è autoritratto dove la leggendaria artista messicana non abbondi di anelli, orecchini e collane, cascate di pietre colorate, portate con la ieraticità di una dea azteca.

Ai vezzi di Frida è dedicata una mostra che inaugura domani al Palazzo Albergati di Bologna. Ci sono dipinti, fotografie, abiti e i gioielli preferiti dall’iconica artista. Poco male se non ci sarà, tra i tanti autoritratti di Kahlo, esposti in una stanza a lei dedicata, la “Frida con collana”  ritrovato dopo 60 anni e tornato di recente alla luce, dopo che l’anziana proprietaria, l’assistente personale del marito di Frida, Diego Rivera, ha deciso di separarsene.

In attesa di conoscere il destino del figliol prodigo, che andrà all’asta da Sotheby’s a New York il 22 novembre all’esorbitante cifra di 1,5-2 milioni di dollari, godiamoci tutti i ritratti in mostra a Bologna. Ci sono i più belli di Frida, ma anche opere di Diego Rivera, e dei migliori artisti della “Rinascita messicana” un periodo che si estende dal 1920 al 1960, e che vede il trionfo dei muralisti latino-americani: Rivera, Siquieiros e Orozco, solo per citare i maggiori. Le loro opere sono oggi incorporate nella strepitosa Collezione di Jacques e Natasha Gelman, prestata alla mostra.

La Collezione Gelman: arte messicana del XX secolo. Palazzo Albergati, Bologna, orario: tutti i giorni dalle 10 alle 20. Info: tel. 051 030141. Dal 19 novembre al 27 marzo.

 Pablo si fa in tre. Un’opera per ogni anno della vita di Pablo Picasso, scelta dal mazzo dei capolavori realizzati tra il 1895 e gli anni ’70. Ci sono dipinti, sculture e disegni, ci sono, soprattutto, i ritratti delle sue donne. Le tante amate da Pablo. Raccontate attraverso il corpo. Ci sono le figure pallide del periodo Rosa e Blu. L’amata bionda Marie Therèse e la bruna Jacqueline, ultima musa.

Ma non mancano i ritratti di Olga, Dora e Françoise. Donne amate-odiate immortalate in ritratti di visi e corpi sezionati, squartati e ricomposti in forme sghembe. Ogni stilettata una passione, ogni passione una svolta, nelle vita e nel lavoro. Pablo costruttore e distruttore è raccontato in tre mostre, al Palazzo Forti, all’Ara Pacis di Roma (fino al 19 febbraio) e alla Fondation Gianadda di Martigny (fino al 20 novembre).

“Picasso. Figure (1895-1972)”. Verona, AMO, Arena Museo Opera, Palazzo Forti, orario 11 – 19. Info: tel. 045 8001903. Fino al 12 marzo

Difficile immaginare un pittore non impressionista nella Parigi di fine Ottocento. Anche l’aristocratico Henri de Toulouse Lautrec (Albi 1864-Malromé 1901) venne sedotto dal “japonisme”, ma fu genericamente ostile al gruppo di Monet. Non gli interessavano i paesaggi e dar colore alle ombre. Gli piacevano le persone, le donne, soprattutto. E che donne.

 Lo intrigavano le signorine allegre del cabaret e delle maisons closes, le case chiuse di Parigi che frequentava quasi tutte le notti, non solo per motivi artistici. Dipingeva le silhouette di May Milton, La Goulue, Yvette Guilbert, ma la preferita si chiamava Jane Avril, al secolo Jeanne Beaudon, era la stella del Moulin Rouge. Diventò la sua musa, lui il suo pittore e amico fedele. Si assomigliavano, lui ricco aristocratico ma sofferente d’ossa, quasi deforme per due cadute che gli avevano spezzato i femori.

Ma in quel corpo deforme c’era una forza vitale enorme, quasi superata dallo spirito. Quanto a Jane Avril, era la figlia illegittima di una prostituta, fuggita da casa a 13 anni, si era data alla danza dopo un lungo ricovero alla Salpetrière con una diagnosi di “ballo di San Vito”. Toulouse-Lautrec adorava dipingerla. Nell’ultimo sconcertante ritratto, del 1899, le rende omaggio dipingendola con un serpente attorcigliato al lungo abito nero, le braccia alzate e lo sgrido perso nel vuoto. Bellissima.

Toulouse-Lautrec, La Belle Epoque. Torino, Palazzo Chiablese, orario: dal martedì alla domenica 9 –19; Info. tel. 011 5220421. Fino al 5 marzo.

 Un po’ più lontano

 Focus puntato sulla creatività contemporanea. Il museo americano affida i suoi spazi a tre monumentali installazioni. “Lovers” dello scomparso Teiji Furuhashi, è un’opera multimediale che proietta figure umane a dimensioni naturali sui muri di una stanza totalmente nera; l’artista fotografa Nan Goldin invita il pubblico a lasciarsi intimamente coinvolgere dal suo racconto fotografico sull’ambivalenza dei rapporti amorosi, il titolo “The Ballad of Sexual Dependency”, si racconta da sé. Tony Oursler, infine, con “Imponderable” chiede ai visitatori del museo di calarsi a occhi chiusi nel mondo dell’occulto. Una dimensione che l’artista indaga da tempo documentandosi con i più agguerriti strumenti tecnologici, dalla telecinesi alla pseudoscienza, a tutto ciò che riguarda il paranormale,

“Teiji Furuhashi, Nan Goldin, Tony Ousler”, fino all’8 gennaio, MoMa,The Museum of Modern Art, New York. www.moma.org

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Andar per Mostre 11 Novembre 2016

 

 

 

 

 

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