Andar per mostre
Arte

Andar per mostre: la terra bella, ma fragile

Andar per mostre inizia a Milano, con una mostra sui terremoti. Perché si scatenano, dove avvengono, come possiamo arginarli. Ad Alba si celebra l’ audacia futurista di Balla, e a Foligno la forza delle grandi figure di Chia.

decorative-1Il più recente, la notte del 26 ottobre, ha devastato le Marche. Quello che il 24 agosto ha raso al suolo Amatrice e molti centri abitati di Umbria e Lazio e Marche, ha lasciato una ferita che non si rimargina. Il terremoto, evento naturale non prevedibile, di cui conosciamo gli effetti ma solo accidentalmente le cause (spesso a disastro avvenuto) provoca spesso una sorta di rimozione protettiva.

Andar per mostre

Passato il disastro si decide di seppellirlo nella memoria. Che non succeda più! Invece, con la prevenzione si potrebbe arginare il disastro, si è visto, per esempio, che edifici ‘rinforzati’ sanno tenere botta, insomma, non si sbriciolano.

Una sezione della mostra, purtroppo di dolorosa attualità, che apre il 29 ottobre al Museo di Storia naturale di Milano: “Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della terra” è dedicata alla prevenzione, quella possibile in campo ingegneristico (costruzione di edifici con criteri antisismici) e quella che si basa sulla realizzazione di nuovi strumenti e materiali in gradi di attutire la furia del sisma. Non dimentichiamo che l’Italia e tanti paesi del pianeta sono ad alto rischio sismico. Da brivido le foto spettacolari provenienti dalla Nasa che ci fanno vedere quanto sia fragile la crosta terrestre. 

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Andar per Mostre, Crosta Oceanica Mediadeath Valley, USAM

  “Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della Terra”, Museo di Storia Naturale di Milano, orario, da martedì a domenica 9 – 17.30, lunedì chiuso. Dal 29 ottobre al 30 aprile. Info: tel. 02 88463337

decorative-1A quarantotto anni dalla grande antologica romana di Palma Bucarelli, una mostra alla Fondazione Ferrero di Alba (a cura di Ester Coen) celebra il genio, non soltanto futurista, di Giacomo Balla (Torino 1871-Roma 1958), con opere che coprono il percorso dai primi del Novecento agli anni Trenta, partendo dall’esperienza divisionista per arrivare alla stagione futurista, e fino al suo declino, quando, imprevedibile, riappare, pesante di nostalgia, la figurazione, con la pittura che riabbraccia le persone care, la moglie  Elisa, le figlie, e l’amata casa di via Oslavia, a Roma, dal 1929 dimora-museo e autoritratto fedele dell’artista e dell’uomo Balla. FuturBalla si avvale di opere straordinarie, dal Polittico dei viventi, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e dall’Accademia di San Luca, di Roma, La mano del violinista della Estorick Collection di Londra, la Bambina che corre sul balcone dal Museo del Novecento d Milano, e il celeberrimo Dinamismo di un cane al guinzaglio dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo.

FuturBalla mostra a cura di Ester Coen. Alba, Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, orario, lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, 15 – 19, sabato, domenica e festivi, 10 – 19; martedì chiuso. Dal 29 ottobre al 27 febbraio. Info: tel. 0173 295259 

Giacomo Balla Velocità astratta + rumore 76.2553 PG31
Andar per mostre, Giacomo Balla Velocità astratta + rumore 76.2553 PG31

  decorative-1 E’ stato un big della Transavanguardia , il movimento fondato dal critico Achille Bonito Oliva nella seconda metà degli anni Settanta. Negli anni Ottanta era a New York, invitato a esporre dai galleristi star del momento: Leo Castelli, Sperone Westwater e Mary Boone.  Pittore e scultore toscano, classe ’46, Sandro Chia si presenta adesso  con un lavoro simbolico: “Il Viandante”, una retrospettiva con una cinquantina di opere recenti e inedite, per lo più  grandi e vistose tele che sembrano rubate agli archivi polverosi del Novecento, più una ventina di lavori su carta a tecnica mista, prove sul tema preferito: la figura. Eros, amore, sensualità, sono le tre passioni che surriscaldano l’opera di Chia, da sempre artista anticoncettuale. Figurazione o astrazione: la pittura, condannata dalla avanguardie e seppellita nelle nebbie dell’informale, può dirsi definitivamente liberata? Dice Chia: “Si è smesso di connotare l’arte a seconda dei periodi, oggi ogni genere è simultaneamente ammesso. Sono dell’idea che il melting pot non solo debba essere accettato, ma incoraggiato, perché fa bene all’arte”.

Sandro Chia, Riposo
Andar per mostre, Sandro Chia, Riposo

Sandro Chia. Il Viandante, Foligno, Ciac (Centro italiano arte contemporanea), orario: venerdì, 15.30 – 18.30, sabato e domenica, 10 – 13 e 15.30 – 18.30. Fino al 29 gennaio. Info. tel. 0742 481222

 

Un po’ più lontano

Per il mecenate russo Sergey Ivanovich Shchukin (1854-1936) è un colpo di fulmine. Pensare che Pablo non lo può vedere. E in una caricatura l’ha disegnato con una gran testa e una faccia rotonda, simile a quello di un maiale. Ma è bastata una stretta di mano con lo spagnolo al Bateau Lavoir, l’atelier parigino di Picasso, e il russo è diventato un fedelissimo del cubismo. Compra con bulimia, non bada al prezzo.

Un’eccezionale sequenza di 160 capolavori del Novecento, collezionati da Shchukin, tutti provenienti dal Museo Hermitage di san Pietroburgo e dal Museo Pushkin di Mosca, sono in mostra e dal 22 ottobre alla Fondation Louis Vuitton di Parigi

Letteralmente soggiogato da Pablo,  il moscovita acquista cinquanta tele, per lo più opere del periodo cubista. Shuckin si fa spedire i ‘Picasso’ a Palazzo Trubetskoy, la sua abitazione nel centro di Mosca, dove vanno ad aggiungersi alla strepitosa raccolta degli astrattisti russi, Tatlin, Larionov, la Goncharova, Malevich. Senza contare i Kandinsky, Van Dongen, Renoir, Derain, Dufy, de Vlaminck, Gauguin, Van Gogh e altre opere capitali delle avanguardie del ‘900.

Shukin amava rischiare, comprando tutti i migliori appena usciti sul mercato parigino e investendo sul colore, di Matisse acquistò 37 tele. Fu  fu il primo in Russia a possedere un Cézanne, si aggiudicò un capolavoro assoluto del periodo tahitiano di Gauguin, il dipinto dal nome esotico “Aha oé feii (Eh quoi, tu es jalouse?), del 1892.

Paul Gauguin: “Aha oé Feii (Eh quoi tu es jalouse?), estate 1892, Courtesy Museo Puskin, Mosca
Andar per Mostre, Paul Gauguin: “Aha oé Feii (Eh quoi tu es jalouse?), estate 1892, Courtesy Museo Puskin, Mosca

Icons of Modern Art – The Shchukin Collection, Parigi, Fondation Louis Vuitton, fino al 20 febbraio  

 

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