Mame Arte: André-Kertész il Surrealismo forografico a Genova
Arte,  Mostra

Andrè Kertèsz: il surrealismo fotografico a Genova

Il Palazzo Ducale di Genova espone uno dei più importanti Maestri della fotografia del Novecento, André Kertész (1894-1985).

FINO AL 17 GIUGNO 2018 LA FOTOGRAFIA DI ANDRÉ KERTÉSZ SARA’ IN MOSTRA A GENOVA

L’evento genovese, curato da Denis Curti, presenta l’artista ungherese della fotografia “sperimentale”, tra i maggiori e più importanti del ‘900.

Saranno esposte 180 immagini, fotografie che contengono l’ardore estetico per il vero quotidiano, con una magia surreale che si trasforma in vissuto. I suoi scatti sono da considerarsi il punto di vista sulla diversità della visione per le cose semplici che tutti noi ogni giorno tralasciamo.

Ma il percorso artistico di André Kertész non è stato sempre così sottile e poetico; conseguiti gli studi all’Accademia di Budapest parte nel 1915 per il fronte, portando con sé la macchina fotografica. Da questa esperienza produsse una sorta di documentario fotografico bellico, escludendo le atrocità.

Il cambio di stile arrivò al termine della guerra quando si traferì nel ’25 a Parigi, la fertile e dinamica città delle Arti, dove entrò in contatto con artisti e intellettuali. Mondrian, Picasso, Chagall, Hans Arp e Henri MooreBrassaï e tantissimi altri.

L’aspetto sperimentale arrivò con l’affitto di uno specchio deformante da un circo e con la partecipazione di due modelle realizzò Distorsioni.

I tempi erano sprizzanti di energia e voglia di fare, qualche anno dopo compra una Leica e con un altro grande Maestro: Henri Cartier-Bresson inizia a lavorare per riviste e a fare mostre.

Da Parigi a New York

L’esperienza parigina si conclude per iniziare quella newyorkese, nel ’36 vi si trasferisce con la moglie, ma nella Grande Mela l’approccio visivo e fotografico era ben altra cosa rispetto alla Capitale francese. Le sue fotografie venivano respinte, lo stile doveva essere più fotogiornalistico e didascalico.

L’ennesimo cambiamento giunge quando a causa di problemi di salute è costretto a restare a casa, e dalla sua finestra scopre un “mondo di possibilità” inaspettate. Niente più riviste, ora i momenti umani, la vita quotidiana, i piccoli gesti, erano questi i suoi nuovi soggetti.

“Kertész ha dimostrato come qualsiasi aspetto del mondo, dal più banale al più importante, meriti di essere fotografato”.

«La mia fotografia è veramente un diario intimo, è uno strumento per dare un’espressione alla mia vita, per descrivere la mia vita, come i poeti o gli scrittori descrivono le esperienze che hanno vissuto».

Palazzo Ducale, Genova: come arrivare

 

 

 

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