Dizionario Arte

Andrea del Sarto

Pittore fiorentino. L’epiteto ‘del sarto’ deriva dalla professione del padre; il suo vero nome era Andrea d’Agnolo di Francesco Lanfranchi. Secondo Vasari, fu prima apprendista orafo e poi allievo di Piero di Cosimo; un’altra fonte antica sostiene che abbia imparato la professione sotto Raffaellino del Garbo (morto nel 1527 ca). Il suo stile equilibrato e pieno di grazia, tuttavia, fu più palesemente influenzato da Fra’ Bartolomeo e Raffaello e, dopo la partenza di Leonardo, Raffaello e Michelangelo (che entro il 1509 avevano tutti lasciato Firenze) divenne, con Fra’ Bartolomeo, il principale pittore della città. A eccezione di un soggiorno a Fontainebleau tra il 1518 e il 1519 alla corte di Francesco I, rimase a Firenze per tutta la vita, anche se molto probabilmente visitò Roma poco dopo essere tornato dalla Francia e fece altri brevi viaggi. Fu un eccellente decoratore ad affresco (ci sono meravigliosi esempi a Firenze, nella chiesa della Santissima Annunziata e nel Chiostro dello Scalzo), e dipinse anche esemplari pale d’altare (Madonna delle Arpie, 1517, Uffizi, Firenze) e ritratti (Giovane uomo, 1517 ca, National Gallery, Londra).
L’immagine postuma di Andrea si basa in larga misura sul racconto che ne fece Vasari, il quale, pur definendone le opere “inappuntabili”, lo presentò come debole e indifeso perché succube della moglie. Robert Browning, in una poesia sul pittore (1855), e Ernest Jones, allievo di Freud, in un saggio psicoanalitico (1913), hanno cercato di creare un legame tra questi tratti del suo carattere e il suo stile, caratterizzato da una presunta mancanza di vigore. Tale approccio, tuttavia, non trova fondamento, e gran parte del resoconto di Vasari sulla vita privata di Andrea si è dimostrato del tutto inaffidabile (tanto che queste dicerie, che si trovano nell’edizione del 1550 delle Vite, furono eliminate nell’edizione del 1568). Sebbene il paragone con giganti del calibro di Raffaello e Michelangelo non gli abbia giovato, Andrea del Sarto è comunque uno dei più grandi maestri del suo tempo. Per monumentalità e grazia si avvicina a Raffaello, ma del tutto personale, e ineguagliata tra i pittori fiorentini del periodo, è l’attenzione al colore e alla resa atmosferica. È anche annoverato tra i più capaci disegnatori del rinascimento (la collezione migliore dei suoi disegni si trova agli Uffizi). Certi elementi stilistici della sua opera prefigurano gli esperimenti *manieristi dei suoi migliori allievi, Pontormo e Rosso Fiorentino. Tra i molti artisti che si formarono nella sua affollata bottega ci furono anche Salviati e Vasari. Nascita: Firenze 1486; Morte: Firenze 1530

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