padre della Pop Art
Arte

Il padre della Pop Art. 37 anni fa l’addio a Andy Warhol

Andy Warhol: pittore, grafico, illustratore, scultore, sceneggiatore, produttore cinematografico, produttore televisivo, regista, direttore della fotografia e attore. Grazie alla sua ossessiva ed eccentrica personalità, il padre della Pop Art si impose come personaggio nella scena artistica internazionale.

Il 22 Febbraio di 37 anni fa ci lasciava il padre della Pop Art: Andy Warhol

Andy Warhol e la sua vita

Figlio di immigrati slovacchi il futuro artista si stabilizzò a New York in seguito agli studi presso Carnegie Institute of technology in arte pubblicitaria. Nella “Grande Mela” si inserisce subito nel mondo pubblicitario lavorando come grafico pubblicitario presso riviste come Vogue e Glamour, ottenendo già i primi riconoscimenti.

Andy Warhol eseguì le sue prime serigrafie nel 1961, ispirandosi a fumetti, prodotti commerciali e immagine tratte dai mass media. La sua elaborazione in serie sottolineava il principio della riproducibilità dell’opera d’arte e dell’arte come prodotto commerciale.

Nel suo studio, luogo d’incontro per artisti e intellettuali, promosse eventi multimediali registrati in filmati, preludio al suo vivo interesse per la fotografia e la cinematografia.

In seguito ad un’aggressione nel 1968 le apparizioni pubbliche di Warhol diminuirono drasticamente.

Dopo aver realizzato Last Supper (L’ultima Cena) morì a 58 anni in seguito ad un’intervento chirurgico.

Dopo la morte, la fama e la quotazione delle opere crebbero al punto da rendere il padre della Pop Art il secondo artista più comprato e venduto al mondo: nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà furono venduti all’asta da Sotheby’s per finanziare la “Andy Warhol Foundation for the Visual Arts“.

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Andy Warhol e i suoi Flowers

Andy Warhol e la sua arte

Le sue opere, riproducendo in modo esasperato la realtà quotidiana, costituiscono un elemento basilare dell’estetica della Pop Art. Insieme a questo, la ripetizione delle immagini era la sua chiave di successo: su grosse tele riproduceva molte volte la stessa immagine alterandone i colori. Le opere ritraevano immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali o immagini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, che venivano svuotate di significato proprio grazie alla ripetizione dell’immagine stessa su vasta scala.

Andy Warhol considerava che l’arte doveva essere consumata come qualsiasi altro prodotto commerciale, e per questo motivo portava sugli all’interno dei musei oggetti quotidiani facilmente reperibili sugli scaffali dei supermercati.

L’artista rivisitò anche opere di grandi artisti del passato, come Leonardo Da Vinci, Paolo Uccello e Piero della Francesca.

Non solo pittura

Warhol, padre della Pop Art, invase diversi settori dell’arte. Dal mondo del cinema – campo in cui riuscì a tirar fuori gli aspetti più trasgressivi della sua arte, raccontando di droga, prostituzione e omosessualità – a quello dell’editoria e del giornalismo, affacciandosi anche nell’universo della musica in cui divenne finanziatore del primo disco dei Velvet Underground.

In campo fotografico usa macchine complesse come la Leica a telemetro e semplici come la Polaroid, ma le sue immagini sono quasi sempre la sintesi di processi grafici.

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Andy Warhol con macchina da presa

La Factory

L’attività creativa di Andy Warhol dal 1964 avveniva all’interno degli ampi locali del suo studio al 231 East della 47th Street. La Factory era il centro della produzione artistica. Lo spirito che lo governava non si allontanava molto da quello delle botteghe medievali, in cui il maestro viveva con gli allievi e indicava loro che cosa dovevano e potevano fare.

Da qui passarono cantanti come Jim Morrison, Bob Dylan e David Bowie, lo scrittore e attore Truman Capote, o artisti come Jean-Michael Basquiat e Keith Haring. Chiunque passasse collaborava alla realizzazione di serigrafie e litografie.

All’interno della Factory Andy Warhol realizzò i suoi primi film statici come Sleep and eat (1963), in cui un poeta dorme per sei ore, oppure Empire (1964), che ritrae per otto ore la stessa immagine dell’ Empire State Building.

 Le 8 opere più famose di Andy Warhol

Il padre della Pop Art realizzò moltissime opere, tra le più conosciute si ricordano:

Gold Marilyn Monroe;

Flowers;

Eight Elvises;

The Last Supper;

Campbell’s Soup Cans;

Banana Album;

Silver Liz;

Self-portrait;

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Seriografie Marilyn Monroe

Dove vedere le opere del re della Pop Art

A Pittsburgh, città natale del padre della Pop Art, si trova un museo interamente dedicato alle sue opere. Il museo ospita la più grande collezione delle opere d’arte e materiali d’archivio dell’artista americano. Dipinti, disegni, illustrazioni commerciali e fotografie coprono l’intera gamma della carriera di Warhol, dai suoi primi lavori da studente fino ai dipinti della Pop Art.

Presso il MoMa (Museum of Modern Art) è possibile vedere alcune delle opere più famose come Flowers (1964) e Marylin Monroe (1967).

Presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York sono conservati gli autoritratti del 1986, Electric Chairs (1964) e Orange Disaster (1963).

Presso il Tate Modern di Londra si possono ammirare Skulls (1976), Liz Taylor (1965) oppure Gun (1981).

Opere di Andy Warhol si trovano in diversi musei in tutto il mondo: la serialità con cui l’artista realizzava le sue opere ha portato a una grande diffusione di multipli, spesso oggetto di grandi mostre.

Conclusione: pittore, grafico, illustratore, scultore, sceneggiatore, produttore cinematografico, produttore televisivo, regista, direttore della fotografia e attore.

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