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Annullata la parata del 9 maggio a Donetsk e Lugansk, ma previsti grandi festeggiamenti a Mosca

Niente parata del 9 maggio nel Donbass, ma la Russia è pronta a festeggiare

Nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk, le autorità russe hanno annullato la parata del 9 maggio in occasione della Giornata della Vittoria.

A comunicarlo è stato il vice capo dell’amministrazione presidenziale, Sergei Kiriyenko: “La marcia del reggimento immortale in questo giorno della vittoria è ancora impossibile da tenere a Donetsk e Lugansk. Ma quel tempo arriverà e le parate della vittoria passeranno anche per le strade del Donbass“.

Parata del 9 maggio: i preparativi a Mosca

Il 9 maggio i Russi festeggeranno il 77esimo anniversario della vittoria del 1945 sulla Germania nazista. Per questo la Giornata della Vittoria è considerata una festa nazionale, simbolo del grande valore storico della patria russa e della sua lotta contro il nazismo. Ogni anno a Mosca si organizza la tradizionale parata militare, che permette alla Russia di mostrarsi come potenza mondiale.

Da quando Vladimir Putin è salito al potere, questa festività è stata rilanciata a livello nazionale e ha recuperato un’importanza alla stregua del nostro 25 aprile. Una festa su cui lo stesso Putin ha basato la narrazione della sua presidenza: mostrare a tutto il mondo la grandezza della Russia.

In questi giorni, gli aerei militari russi hanno già iniziato a sorvolare la Piazza Rossa di Mosca durante le prove per le celebrazioni di lunedì. Il rosso è il colore di cui la capitale dovrà essere tinta per la giornata. Ogni negozio ha ricevuto un kit apposito per la celebrazione, che consiste di manifesti e simboli da esporre, i quali rimandano appunto alla grande vittoria patriottica.

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Dichiarazione di guerra durante la parata del 9 maggio?

Le celebrazioni del 9 maggio si svolgeranno in 28 città diverse di tutta la Russia e vi parteciperanno in tutto 65mila militari. Tuttavia, alla parata più importante e simbolica di Piazza Rossa sfileranno solamente 129 mezzi rispetto ai 191 dell’anno scorso. Inoltre, a marciare saranno 10mila uomini, ma nel 2021 erano 2mila in più.

Una scelta di sobrietà dovuta al momento, ha spiegato il Cremlino. Eppure, l’operazione speciale non può essere definita ancora guerra. Secondo molti il 9 maggio sarà una sorta di tappa intermedia: Putin potrebbe arrivare a dichiarare guerra dopo due mesi di combattimenti e con una simile formalizzazione si consentirebbe l’impiego di più uomini e finanze.

Ad ogni modo, emergono i primi segnali che lasciano intendere la volontà di Putin di dichiarare una piccola vittoria durante il 9 maggio. Il ministro della Difesa russo Serghey Shoigu, infatti, ha dichiarato in diretta tv che Mariupol è ormai sotto il controllo russo. Insistere su questa città appare come l’unica strada per garantire i festeggiamenti di tutta la popolazione. Ma sembra che le stesse parole siano state da lui usate già lo scorso 21 aprile, quando Shoigu aveva riferito a Putin di non poter mantenere la promessa di conquista di Donetsk e Lugansk entro il 7 maggio.

 

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Editor: Susanna Bosio

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