Archivio

Apre il Gucci Museo. Vengono dalla moda i nuovi mecenati dell’arte?

Ieri serata di gala a Palazzo Vecchio, con il patron di PPR Pinault, il sindaco Renzi e tante star

Serata di gala ieri al Palazzo Vecchio di Firenze, dove si festeggiava l’inaugurazione del Museo Gucci, un’opera fortemente voluta dalla maison che fa parte della galassia del lusso francese PPR e che è stata progettata dal suo direttore creativo, Frida Giannini. Il museo, che aprirà ufficialmente al pubblico solo domani, 28 settembre, ha sede nel Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria, storico cuore della città. “Sono molto felice che un marchio come Gucci abbia il suo archivio e il suo museo in un palazzo così prestigioso nella città che lo ha visto nascere – ha detto il presidente di PPR François-Henry Pinault – Chi acquista un capo Gucci oggi compra un pezzo totalmente made in Italy – ha proseguito – ma compra anche un pezzo di storia”.

Alla serata, ospitata nella sede ufficiale del Comune, ha visto la partecipazione di molte celebrities legate in vario modo al brand Gucci. Accolti dal sindaco Matteo Renzi (una parte dei futuri introiti del Museo sarà destinato alla tutela e al restauro delle meraviglie cittadine), hanno preso parte all’evento l’icona di stile Charlotte Casiraghi e molti attori e attrici, da Max Irons (figlio di Jeremy)a Luca Argentero, Carolina Crescentini, Violante Placido e Li Bing Bing. Gucci, del resto, coltiva da anni una passione speciale per il cinema, organizzando il Gucci Award riservato alle personalità femminili e finanziando con la fondazione creata da Martin Scorsese il restauro degli originali di fondamentali pellicole che altrimenti rischierebbero di scomparire per sempre. Tra gli ospiti c’era anche Anna Wintour, il direttore di Vogue Usa, che per prendere parte alla serata ha abbandonato le sfilate in corso a Milano.

Il Museo, che nasce dallo straordinario archivio della casa fondata da Guccio Gucci nel lontano 1921, è articolato su più piani e ospita anche una serie di installazioni d’arte contemporanea  provenienti dalla Fondazione Pinault. I visitatori potranno così ripercorre l’intera storia del brand – passando dalla grande sala dei bauli dedicata al tema del viaggio a quella delle borse (oggetto del desiderio di tante…), dall’evoluzione del famoso motivo flora agli abiti da sera e ai preziosi, visitando anche le opere di artisti internazionali collezionati dal facoltoso imprenditore francese. Il viaggio all’interno dell’universo Gucci termina al secondo piano del palazzo, con la rivisitazione dell’altrettanto famoso monogramma della doppia “G” e i temi dedicati allo sport e al lifestyle, ultime estensioni del brand. Completano la mappa dell’edificio una boutique, un bookstore e una caffetteria, dove sarà possibile assaggiare cibi preparati con ingredienti “a chilometro zero” e biologici.

Sempre più, dunque, il mondo della moda sembra proporsi oggi come serbatoio dal quale l’arte attinge capitali e opportunità di diffusione. Non solo Pinault – e lo storico “concorrente” di Lvmh, Bernard Arnault – è un accanito collezionista; in Italia è nota la passione per l’arte di Miuccia Prada, a cui si è aggiunto di recente il patron delle Tod’s, Diego Della Valle, con il restauro integrale del Colosseo. Ma l’elenco potrebbe continuare, perché ogni griffe dotata di un proprio heritage (citiamo a tal proposito anche Salvatore Ferragamo, Furla, Max Mara, ma – ripetiamo – l’elenco sarebbe ben più sostanzioso) trova piacere e un buon ritorno di immagine nel finanziare progetti che “restano”. L’arte è certamente qualcosa che non si dimentica facilmente, molto più – a torto o a ragione, chissà – di un clamoroso abito da sera o di uno spettacolare paio di scarpe.

Il Museo Gucci sarà aperto tutto l’anno dalle 10 alle 20, ad esclusione del 25 dicembre, 1° gennaio e 15 agosto. Il prezzo del biglietto di ingresso è di 6 euro, la metà dei quali sarà destinato al restauro di opere d’arte della città di Firenze.

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