Archipenko, Aleksander
Dizionario Arte

Archipenko, Aleksander

Aleksander Archipenko

Archipenko, Aleksander. Scultore russo, divenuto cittadino americano nel 1928. Nel 1908 si trasferì da Mosca a Parigi, dove fu introdotto al cubismo da Léger e divenne uno dei principali scultori del movimento. In opere come la Donna che cammina, realizzata in bronzo (1912, Denver Art Museum), ridusse la figura umana a forme geometriche e ne squarciò alcune parti mediante concavità e un foro centrale allo scopo di creare un contrasto tra pieno e vuoto, creando così un nuovo linguaggio per la scultura moderna. Più o meno nello stesso periodo iniziò a creare sculture assemblando frammenti di materiali comuni, procedendo in parallelo al lavoro di Picasso.

Archipenko si creò velocemente una certa fama in Francia e in altri paesi (specialmente in Germania). Dopo l’interruzione dalla prima guerra mondiale egli rilanciò con forza la sua carriera. In particolare quando lo scultore espose le sue opere nella sua prima mostra personale negli Stati Uniti (organizzata dalla Société Anonyme nel 1921) era ormai il più noto e influente tra tutti gli scultori cubisti. Dal 1921 al 1923 visse a Berlino. In seguito Archipenko si stabilì negli Stati Uniti. Insegnò in vari luoghi, ma principalmente a New York, dove diresse una propria scuola di scultura dal 1939 fino alla sua morte.

Le opere che produsse in America non reggono il confronto per qualità o importanza storica con quelle del periodo europeo. Egli continuò a essere creativo e tecnicamente pieno di risorse. Nel 1924, per esempio, inventò l’Archipentura (un tipo di pittura cinetica), e dopo la seconda guerra mondiale sperimentò le sculture ‘di luce’, costruendo strutture di plastica illuminate all’interno. Il suo lavoro fu fonte d’ispirazione sia in Europa che in America, soprattutto per la riscoperta della *policromia, per l’uso di nuovi materiali e per aver indicato la strada che portava dalla scultura di forme solide verso una scultura di spazio e luce.

Nascita: Kiev 1887;
Morte: New York 1964

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