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Spettacolo,  Cinema

Ariana DeBose entra nella storia: è la prima donna afro-latina queer a vincere l’Oscar

Ariana DeBose: «Non smettete mai di provarci, c’e’ sempre un posto per noi» – Tutto sull’attrice Premio Oscar di West Side Story, prima queer di colore nella storia dell’Academy

Forse perché è stata premiata all’inizio della cerimonia – prima dei drammi, dello schiaffo di Will Smith e del trionfo a sorpresa di Coda –, la vittoria di Ariana DeBose agli Oscar 2022 è passata quasi subito in secondo piano. La Notte degli Oscar è ormai alle spalle del mondo del cinema, ma – alla luce del giorno – va riconosciuto come anche la prima statuetta consegnata nella serata del 27 marzo 2022 ha dell’incredibile.

Se Troy Kotsur è il primo attore non udente ad essere premiato dall’Academy, infatti, ad Ariana DeBose spetta il titolo di prima donna di colore dichiaratamente queer a ricevere un Premio Oscar. Unica portabandiera di West Side Story di Steven Spielberg tra i vincitori degli Oscar 2022, l’attrice 31enne è ufficialmente entrata nella storia dell’Academy.

Ma chi è davvero? Ecco tutto quello che c’è da sapere su Ariana DeBose, dagli esordi della sua carriera all’Oscar come Migliore Attrice per la sua interpretazione di Anita in West Side Story.

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Chi è Ariana DeBose: origini, carriera a teatro e vita privata dell’attrice Premio Oscar

Come ci ricorda la battuta più iconica del suo personaggio in West Side Story AnitaIo non sono americana, sono latina!»), Ariana DeBose ha origini afroamericane, portoricane e in parte persino italiane. È nata il 25 gennaio 1991 a Raleigh, in North Carolina, ma le sue radici hanno sempre avuto un peso importante. 

Ariana è cresciuta con la madre, Gina DeBose, un’insegnate di scuola media che l’ha sempre incoraggiata a seguire i propri sogni. Proprio con il suo sostegno, infatti, la giovane Ariana ha iniziato la sua carriera nello spettacolo nel reality So You Think You Can Dance. Lo show, in onda nel 2009, è stato il suo primo trampolino di lancio.

Da sempre dichiaratamente omosessuale, lotta per i diritti della comunità LGBTQ+ nel mondo delle arti e dello spettacolo.

 

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Dal reality So You Think You Can Dance al successo a Broadway: Ariana DeBose star del musical americano

Ballerina di talento, cantante formidabile e naturalmente portata alla recitazione, Ariana ha scatenato l’attenzione di talent scout e manager fin da giovanissima. Il suo debutto sul palco risale al 2010, quando recita nel musical Hairspray in North Carolina. Solo l’anno dopo, compare al fianco di Neil Patrick Harris in Company, al Kennedy Center. 

Il passo successivo? Broadway. Vi arriva per la prima volta nel 2012, con il musical Bring It On, e ci resta per i successivi anni. Ariana DeBose diventa rapidamente uno dei volti più amati del musical di New York. Tra il 2013 al 2018 recita in Motown,  Pippin e in Hamilton, in scena nell’Off Broadway e poi adattato per il grande schermo. La sua interpretazione in Hamilton, in particolare, la proietta nell’Olimpo del teatro americano, valendo ad Ariana DeBose un Premio Pulitzer e una nomination all’Astaire Award come migliore ballerina. 

Successivamente, ha ricevuto la nomination al Drama League Award e al Tony Award per aver impersonato la giovane Donna Summer in Summer nel 2016. Allora Ariana DeBose ancora non sapeva che, di lì a pochi anni, avrebbe ricevuto anche la nomination agli Oscar. 

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Ariana DeBose in una scena di West Side Story

Il debutto al cinema di Ariana DeBose: da Hamilton e The Prom al West Side Story di Spielberg

Con una simile carriera teatrale alle spalle, era solo questione di tempo perché la musa del cinema non bussasse alla porta di Ariana DeBose. L’occasione le si presenta nel 2020, con l’adattamento cinematografico di Hamilton, il musical che ha segnato il successo di Ariana DeBose sui palchi di Broadway. Il film, diretto da Thomas Kail e ripreso dal vivo a Broadway, ha infatti riproposto trama e il cast del capolavoro di Lin-Manuel Miranda.

Dimostrando un innato talento per le telecamere sul set di Hamilton, Ariana DeBose è stata poi scelta per il cast del musical The Prom, l’ultimo film di Ryan Murphy. 

Quanto all’interpretazione che le ha valso l’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista, quella di Anita nel remake di West Side Story, è da sottolineare come – di fatto – si tratti solo della terza esperienza di Ariana DeBose dietro la cinepresa. Una parte storica e amatissima dal pubblico, e che sembra preludere a grandi passi avanti nella storia delle donne nel cinema. Proprio il ruolo di Anita, infatti, aveva sancito la vittoria della prima donna ispanica ai Premi Oscar: Rita Moreno, Miglior Attrice Non Protagonista nel 1961.

A giudicare dal full di premi prestigiosi vinti dalla DeBose (prima dell’Oscar, Ariana DeBose si è aggiudicata il Golden Globe, lo Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award e il BAFTA), però, la sua Anita è stata all’altezza dell’originale. «Le sono così grata» ha infatti sottolineato Ariana DeBose nel suo discorso agli Oscar 2022, riferendosi a Rita Moreno. «La tua Anita ha aperto la strada a tonnellate di Anite come me. Ti amo»

 

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La vittoria agli Oscar 2022: Ariana DeBose è la prima donna di colore queer premiata dall’Academy

Anche dopo aver ricevuto la notizia della candidatura, la vittoria di Ariana DeBose agli Oscar 2022 era tutt’altro che scontata. Contro di lei, infatti, gareggiavano fuoriclasse del calibro di Judi Dench (Belfast), Kristen Dunst (Il potere del cane), Jessie Buckley (La figlia Oscura) e Aunjanue Ellis (King Richard).

Eppure, Ariana DeBose ha aperto la Notte degli Oscar 2022 con una vittoria al 100% polically correct, arcobaleno come il movimento LGBTQ+. Sorvolando sui commenti che insistono sulla volontà dell’Academy di smarcarsi dalle accuse di mancata inclusività rivolte ai Golden Globe, l’Oscar come Migliore Attrice a Ariana DeBose resta una conquista per le donne queer di tutto il mondo dello spettacolo.

«Adesso avete capito perché Anita dice che vuole vivere in America?», ha infatti detto nel suo discorso di ringraziamento agli Oscar 2022. «Anche in questo mondo folle si possono realizzare i sogni». Ha poi continuato:

Immagina questa bambina seduta sul sedile posteriore di una Ford Focus, guardala negli occhi. E ora guarda questa ragazza nera, queer, afroamericana, che ha trovato il coraggio attraverso l’arte e ora è qui che festeggia. Per chi ha mai messo in dubbio la vostra identità vi ricordo che c’è un posto per noi, c’è un posto per tutti.

 

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Editor: Valentina Baraldi

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