astrattismo
Dizionario Arte

ASTRATTISMO

Astrattismo. Arte che non rappresenta scene o oggetti riconoscibili, ma al contrario è costituita da forme e colori scelti per il puro valore espressivo. Molta arte decorativa può essere definita astratta, ma normalmente il termine si riferisce alla corrente di pittura e scultura moderna che abbandona la tradizionale concezione europea dell’arte intesa come imitazione della natura. L’arte astratta in questo senso è nata e si è conquistata una identità definita nel decennio tra il 1910 e il 1920, e oggi è considerata la forma d’arte più caratteristica del XX secolo.

Durante la sua evoluzione

Durante la sua evoluzione ha dato vita a molti movimenti, ma sono riconoscibili due o tre tendenze di base. Nel libro Cubismo e arte astratta (1936), Alfred H. *Barr, a fronte del pericolo di eccesso di semplificazione, divise l’astrattismo in due principali correnti: descrisse la prima (rappresentata da Malevicõ) come “intellettuale, strutturale, architettonica, geometrica, rettilinea e classica per austerità e dipendenza dalla logica e dal calcolo”; la seconda (rappresentata da Kandinskij) come “intuitiva ed emozionale più che intellettuale; organica o *biomorfa nelle forme più che geometrica; curvilinea più che rettilinea, decorativa più che strutturale e romantica più che classica nella sua esaltazione di ciò che è mistico, spontaneo e irrazionale”.

Affrontando la questione in maniera leggermente diversa (e da un punto di vista più recente rispetto a Barr), è possibile scorgere tre linee principali nell’arte astratta: 1) riduzione delle apparenze del mondo naturale a forme radicalmente semplificate, come nella scultura di Brancusi (un significato del verbo ‘astrarre’ corrisponde infatti a riassumere o concentrare); 2) costruzione di opere d’arte a partire da forme elementari non figurative (spesso semplici figure geometriche), come nei rilievi di Ben Nicholson; 3) spontaneità e ‘libertà’ d’espressione, come nell’ action painting di Jackson Pollock. Molti esponenti di questo tipo di arte non amano definirla con l’aggettivo ‘astratta’ (Arp, per esempio, lo detestava, e preferiva ‘concreta’), ma le alternative che propongono, anche se forse più precise, sono di solito pesanti, come non-figurativa, non-rappresentativa e non-oggettiva.

La premessa estetica di base dell’arte astratta

La premessa estetica di base dell’arte astratta -che le qualità formali possono essere pensate come esistenti indipendentemente dal soggetto -esisteva già prima del XX secolo. L’idea può essere fatta risalire fino a Platone, che nel dialogo Filebo (350 ca a.C.) fa dire a Socrate: “Tenterò ora di parlare della bellezza delle figure non come molti la intenderebbero, quella di animali o di certe pitture che li raffigurano, ma parlo di qualcosa di retto -così vuole il discorso -e di circolare, e delle figure piane e solide che da essi derivano e che si realizzano con i compassi, e ancora quanto si ottiene con regoli e squadre… Non dico che queste siano belle in relazione a qualcosa, come le altre cose, ma che sono generate belle in se stesse”.

In maniera più esplicita, nel suo decimo Discorso (1780) agli studenti della Royal Academy, Joshua Reynolds dichiarava: “Sappiamo per esperienza che la bellezza della forma di per sé, cioè senza il supporto di alcuna altra qualità, crea un’opera grandiosa, e giustamente reclama stima e ammirazione”; e parlando del *Torso del Belvedere fece riferimento alla “perfezione di questa scienza delle forme astratte”. Nel XIX secolo molti critici di rilievo hanno proseguito su questa strada.

Nel 1846, per esempio, Charles Baudelaire scrisse che la pittura è interessante solo in virtù della linea e del colore; Maurice Denis nel 1890consigliava (osservazione poi molto citata) di tenere presente che “un dipinto -prima di essere un cavallo da battaglia, una donna nuda o un qualunque aneddoto -è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori assemblati in un certo ordine”; e nel 1896 George Santayana, dopo aver notato che il colore può produrre effetti spiacevoli oltre che piacevoli, “quasi come una dissonanza musicale”, avanzò che “uno sviluppo più generale di questa sensibilità renderebbe possibile una nuova arte astratta, un’arte che impiega i colori come la musica fa con i suoni”.

L’analogia con la musica

L’analogia con la musica si considera spesso; Whistler, per esempio, talvolta assegnava ai suoi dipinti titoli pseudo-musicali, come più tardi fecero Kandinskij, Kupka e altri artisti, compreso il compositore-pittore lituano M.K. Cõiurlionis (1875-1911). Molti dei principali pittori dell’ultimo decennio dell’Ottocento -in particolare i *simbolisti -sottolinearono le proprietà espressive del colore, della linea e della forma più della loro funzione rappresentativa, e questo processo viene sostenuto avanti dai maggiori movimenti d’avanguardia del primo decennio del Novecento -specialmente cubismo, espressionismo e fauvisme.

Nel 1910, quindi, i tempi erano ormai maturi per l’arte astratta, ed essa si impose più o meno contemporaneamente in vari paesi. Kandinskij è spesso considerato la prima persona che dipinse un quadro astratto, ma a nessun artista può essere attribuito questo primato.

Un’opera di Kandinskij

Primo Acquerello Astratto

(Un’opera di Kandinskij nota con il nome di Primo acquarello astratto -Centre Pompidou, Parigi -porta la firma di Kandinkij e datata 1910, ma alcuni studiosi ritengono che sia più tarda, e che sia stata siglata da Kandinskij molti anni dopo la sua esecuzione. Problemi di questo tipo sorgono non solo con Kandinskij: molti dei primi artisti astratti erano inclini a sottolineare il primato delle loro idee e non disdegnavano la retrodatazione delle proprie opere.) Tra gli artisti che eseguirono quadri astratti all’incirca nello stesso periodo di Kandinskij ci furono l’americano Arthur Dove e lo svizzero Augusto Giacometti, cugino di Alberto Giacometti.

I singoli pionieri dell’astrattismo furono presto seguiti da gruppi e movimenti. Tra i primi figurano, in Francia, l’ orfismo e il sincronismo. La Russia fu particolarmente prodiga di aggregazioni, con il costruttivismo, il raggismo e il suprematismo, tutti sorti nel 1915. Per alcuni artisti l’astrattismo ha rappresentato semplicemente una breve fase nella loro carriera (tra questi i britannici Vanessa Bell, Duncan Grant e Wyndham Lewis), ma per altri fu una vocazione o perfino una missione.

Il fervore quasi religioso con cui alcuni degli artisti russi perseguirono i loro ideali fu eguagliato dai membri del gruppo olandese De Stijl, fondato nel 1917. Per questi artisti l’astrazione non era semplicemente una questione di stile, ma di ricerca di un idioma visivo in grado di esprimere idee profondamente radicate in loro. Mondrian, per esempio, riteneva che la sua arte fatta di chiarezza ed equilibrio avrebbe portato a una società in cui la vita sarebbe stata governata da un’armonia visiva universale.

Nel periodo tra le due guerre mondiali

Nel periodo tra le due guerre mondiali lo stile di De Stijl, severamente geometrico, e quello costruttivista, di matrice più tecnologica, costituirono le correnti più influenti dell’astrattismo (in seguito sarebbero confluite nel Bauhaus). Parigi era il principale centro dell’astrattismo, in parte perché vi si rifugiarono molti artisti dalla Germania e dalla Russia, dove negli anni Trenta, sotto Hitler e Stalin, l’arte astratta era stata bandita. Anche il surrealismo, sorto a Parigi, conteneva una forte componente astratta.

La prima mostra dedicata solamente all’arte astratta fu organizzata nel 1930 proprio a Parigi dal gruppo Cercle et Carré. Il suo successore, l’associazione Abstraction-Création, fondata nel 1931, riunì un gran numero di artisti astratti di vario tipo e fornì un centro per le loro attività.
In generale, tuttavia, nel periodo tra le due guerre era sempre l’arte figurativa a predominare, pertanto l’arte astratta fu accolta solo in minima parte.
In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, per esempio, l’astrattismo incontrava il gusto di un ristretto numero di persone, nonostante alcuni contributi di rilievo come le sculture di Hepworth e Calder e gli sforzi di gruppi come Unit One (fondato nel 1933) e American Abstract Artists (fondato nel 1936).

Nel periodo tra le due guerre mondiali

Il secondo periodo eroico per l’arte astratta giunse dopo la seconda guerra mondiale. L’astrattismo divenne la dottrina dominante dell’arte occidentale solo grazie all’espressionismo astratto degli Stati Uniti e il suo equivalente europeo, “l’informale”.

L’arte astratta non aveva più bisogno di una giustificazione filosofica come quelle fornite da Kandinskij e Mondrian (sebbene molti degli espressionisti astratti avessero un atteggiamento ugualmente impegnato). Ciò nonostante le fu talvolta attribuita una dimensione morale in quanto incarnazione della libertà di pensiero dell’Occidente, in opposizione al totalitarismo che aveva bandito l’arte d’avanguardia nella Germania nazista e nella Russia sovietica (vedi arte degenerata e realismo socialista).

influenzati dai surrealisti europei

A questo riguardo, è significativo che molti degli espressionisti astratti furono influenzati dai surrealisti europei che avevano riparato a New York durante la seconda guerra mondiale per paura di una simile repressione. Perciò, in particolare negli Stati Uniti, il sostegno all’arte astratta è stato considerato quasi come una forma di patriottismo. L’espressionismo astratto rappresentò un grande spartiacque nell’arte, e molte correnti successive nacquero come sue evoluzioni o in contrapposizione a esso. Tra di esse, ci fu un ritorno alla figurazione, in particolare nella pop art, ma ci furono anche nuovi stili di astrazione, tra cui l’ astrazione postpittorica, la Op art e la minimal art, tutte nate negli anni Sessanta del Novecento.

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