Augusto Pinochet
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Augusto Pinochet inneggiato dall’estrema destra di Kast in vantaggio alle elezioni in Cile oggi

A 106 anni dalla nascita di Augusto Pinochet, nonostante sia morto, è vivo tra noi: inneggiato dall’estrema destra di Kast in vantaggio alle elezioni in Cile oggi

Augusto Pinochet inneggiato dall’estrema destra del candidato Kast. È in vantaggio alle elezioni in Cile,

dopo un periodo di politiche liberali e moderate. Cosa sta accadendo in Cile, tra proteste, guerra, giovani manifestanti ed elezioni.

Le origini: le proteste in corso da due anni

A ottobre 2019 iniziano le proteste. Migliaia di persone scendono in piazza, creano un movimento di protesta per cambiare il Paese. Di fatto, il Cile, da allora è in guerra con se stesso. La guerra scoppia perché non si erano ancora fatti i conti con la storia “recente” cilena, del Golpe contro il socialista Allende del 1973, che ha portato al potere il dittatore Augusto Pinochet, la cui nascita ricorre il 25 novembre (1915). Migliaia di persone scendono in piazza, mettono a ferro e fuoco le città, saccheggiano negozi, incendiano palazzi, tra cui quello dell’Enel: simbolo del capitalismo, è la prima azienda elettrica del Paese.

Augusto Pinochet
Migliaia di persone nelle proteste dell’ottobre 2019

La repressione delle proteste

Le proteste vengono inizialmente represse brutalmente con l’intervento dell’esercito. Ma l’esercito stesso è macchiato di uno scandalo: tra le chat dei manifestanti si diffondono video di militari che sniffano cocaina sullo schermo del loro smartphone, dietro le camionette, prima dell’assalto. Da qui ci sono arresti di massa, violenze torture e istigazioni al suicidio nei commissariati. E le proteste riprendono. Vanno avanti per mesi e i manifestanti, per lo più giovani, non risparmiano niente: è la rivolta dei giovani.

Augusto Pinochet
La rivolta dei giovani cileni

I motivi delle proteste e una nuova Costituzione

I giovani ragazzi, che manifestano senza sosta per cambiare il Paese sono mossi da motivi ben chiari. Le disuguaglianze sociali, il fatto di non aver mai tagliato i ponti con l’eredità di Augusto Pinochet (che si vede oggi con le elezioni), e il fatto di non aver mai messo in discussione l’impunità dei militari e lo strapotere che hanno a seguito dei fatti accaduti.

Protestano contro il patriarcato e sul tema delle pensioni: molti che praticano un lavoro a basso reddito non riescono a risparmiare per avere un fondo pensione privato. Infine chiedono una nuova Costituzione: quella che c’è è ancora di Augusto Pinochet. Chiedono e ottengono un referendum per abrogarla, ma quella nuova è un po’ assurda: la Costituente è formata solo da manifestanti e non da parlamentari, anche troppo populisti. Non tralasciamo poi l’eccellenza dell’assurdità: un giovane manifestante che si presenta a scrivere la Costituzione vestito da Pikachù. Nel frattempo arrivano le elezioni…

Augusto Pinochet
“Pikachu” in aula per la nuova Costituzione

Le elezioni in Cile

Le elezioni in Cile, per l’elezione del Presidente, si sono tenute il 21 novembre 2021. Fino al momento di queste elezioni, o meglio, prima dello scoppio delle proteste in corso da due anni, i politici liberali e moderati di centrodestra e centrosinistra, erano “tranquilli”.

Ma se fino a quel momento si sentivano saldamente ancorati al potere, ora scoprono che una buona fetta della popolazione sta facendo sentire la propria voce rumorosamente. Se di solito la normalità erano i moderati, ora la politica è pervasa da una forte polarizzazione violenta. Dopo la prima fase delle elezioni questa polarizzazione è emersa ancor di più con i due candidati che si sfideranno al ballottaggio il 19 dicembre 2021.

I due candidati al ballottaggio

Gabriel Boric (25,2%) e José Antonio Kast (28,2%) sono i due candidati che si sfideranno al ballottaggio. Il primo un outsider di sinistra e il secondo l’outsider di destra. Boric, alleato del Partito comunista e che fa proprie tutte le istanze della protesta e fa promesse da populista. Kast che è un populista di estrema destra, che ha come modelli Donald Trump e Jair Bolsonaro, ha puntato sul fatto che i moderati si radicalizzassero. Da quando è tornata la democrazia in Cile (1990) nessun candidato aveva mai presentato un piano tanto “pinochettiano”: quello di Kast è così. Non solo non vuole aumentare le pensioni, ma le vuole garantire solo ai militari; dà la caccia ai manifestanti; è contro le “lobby gay” come lui le definisce.

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José Antonio Kast – Gabriel Boric

Il passato fascista è presente in Cile

Solo ripensando alla Costituzione, che fino ad un anno fa era ancora quella di Pinochet, il passato fascista del Cile è ancora presente. O anche solo il fatto che Augusto Pinochet fu condannato per crimini contro l’umanità ma nessuna pena gli fu imposta di scontare.

E poi oggi, con il candidato in vantaggio Kast, che a detta sua “se Pinochet fosse ancora vivo voterebbe per me. È evidente” Il candidato di estrema destra è figlio di Michael Kast, un ufficiale dell’esercito nazista scappato in Cile quando i tedeschi hanno perso la guerra. Miguel Kast, invece è il fratello, ministro e governatore della Banca Centrale con August Pinochet. Kast è circondato, e se è vero che le colpe non devono ricadere sui figli, è vero anche che i figli stessi le rivendicano in pubblico e pure come meriti.

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