Dizionario Arte

Avery, Milton

Avery Milton. Pittore americano, attivo soprattutto a New York. (La sua data di nascita è di solito riportata come 1893, ma ci sono prove piuttosto evidenti che dimostrano che nacque nel 1885; fu forse per avere più possibilità di conquistare la moglie, che era notevolmente più giovane di lui, che si sottrasse otto anni di età.) Avery Milton fu una figura dal carattere indipendente, descritta da Robert Hughes come un uomo mite e modesto, che non amava la pubblicità e che con il proprio lavoro si guadagnava il minimo per sopravvivere. In un periodo in cui la maggior parte degli artisti più importanti utilizzava linguaggi naturalistici e abbastanza sobri (vedi American scene painting), egli seguì l’esempio di Matisse nell’utilizzare campiture piatte di colore comprese tra linee di contorno ondulate. Fu il principale e praticamente l’unico esponente americano a portare avanti questa sottile tradizione coloristica, fino a quando negli anni Quaranta essa non risvegliò l’interesse di giovani artisti come Rothko (suo caro amico) e Gottlieb. Rothko in particolare riconobbe il debito che lui e altri pittori astratti avevano nei confronti della grande bellezza del lavoro di Avery, per il quale egli aveva “inventato sonorità mai viste o sentite prima”. Anche se Avery non abbandonò mai il figurativo (tra i suoi soggetti preferiti c’erano i paesaggi e le scene sulle spiagge), alcuni dei suoi lavori più tardi sono concepiti con tale vaghezza e dipinti in modo così etereo che a una prima occhiata possono essere scambiati per astratti (Il frutteto in primavera, 1959, National Museum of American Art, Washington). Nascita: Altmar 1885; Morte: New York 1965

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