Dizionario Arte

Barocci (o Baroccio), Federico

Pittore e disegnatore italiano, considerato generalmente il più grande e originale artista del tempo nell’Italia centrale. Trascorse tutta la vita a Urbino, a eccezione di due visite a Roma all’inizio della carriera (1556, 1560-1563). Pare che durante la seconda visita abbandonò gli affreschi nel casino di Pio IV nei giardini vaticani perché pensava che i suoi rivali volessero avvelenarlo, e per il resto della vita soffrì di dolori debilitanti allo stomaco (causati più probabilmente da un’ulcera che non da veleno). Al di là delle origini fisiche o psicosomatiche della sua malattia, di certo possedeva un temperamento molto sensibile che emerge dai dipinti, in cui l’influenza di Correggio e Raffaello (anch’egli nativo di Urbino) si declinavano in uno stile di grande eleganza e originalità. Le sue armonie cromatiche sono accese ma ben calibrate, e nonostante i suoi dipinti esprimano spesso una senso di delicata intimità, la pennellata è di grande vigore. A eccezione di qualche ritratto, come quello del suo principale protettore Francesco Maria II Della Rovere, duca di Urbino (1572 ca, Uffizi, Firenze), si dedicò quasi esclusivamente ai soggetti sacri; fu il più importante pittore di pale d’altare in Italia nella seconda metà del XVI secolo, ma realizzò anche numerosi dipinti devozionali di più piccole dimensioni (Madonna col bambino, san Giuseppe e san Giovannino, 1575 ca, National Gallery, Londra).
Sebbene Barocci si trovasse al di fuori dei centri più importanti della produzione artistica, i suoi lavori furono molto richiesti; tra i suoi sovvenzionatori si annovera l’imperatore Rodolfo II (vedi Asburgo), per il quale dipinse l’unico quadro a soggetto classico che si conosca (La fuga di Enea da Troia, 1586-89, Galleria Borghese, Roma). Sebbene la sua malattia limitasse il tempo dedicato al lavoro, la sua carriera fu lunga e produttiva; fu prolifico soprattutto come disegnatore (più di 2000 disegni sono arrivati fino a noi) e fu uno dei primi artisti a fare grande uso del pastello (realizzò anche alcune acqueforti). Alcune caratteristiche delle sue opere lo collocano decisamente nella tradizione *manierista (per l’ambigua costruzione spaziale, per esempio, e per il gusto del drappeggio fluttuante), ma quanto a immediatezza e freschezza anticipò il barocco. Bellori, il principale biografo dell’età barocca, lo considerava il miglior pittore del periodo, e ne lamentava la vita da recluso nella piccola Urbino. Nascita: Urbino 1535; Morte: Urbino 1612

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