Barr, Alfred H., Jr.
Storico dell’arte e direttore di musei americano, ebbe un’enorme influenza nel definire una base concettuale per lo studio e l’apprezzamento dell’arte moderna. Il suo necrologio sull’International Herald Tribune lo definiva forse il più innovativo e influente museologo del XX secolo. Per gran parte della sua carriera Barr lavorò al Museum of Modern Art di New York, del quale assunse la direzione alla sua fondazione, nel 1929 (lasciò il posto nel 1943 per dedicare più tempo alla scrittura, ma continuò a dirigerne il settore degli studi, e si ritirò nel 1967 con il titolo di direttore delle collezioni). Barr fu il principale responsabile nell’impostare la collezione del museo e nel crearne la solida reputazione. Contribuì a estendere il concetto tradizionale di museo d’arte in modo da comprendere le arti visive nel loro insieme, compresi architettura, disegno industriale e opere cinematografiche, e a delineare la concezione moderna di esposizione artistica, che si avvale di mezzi come una speciale illuminazione artificiale, didascalie esplicative accanto alle opere e cataloghi interamente illustrati con contributi teorici (al MoMA organizzò più di cento esposizioni, comprese celebri mostre come ‘Cubismo e arte astratta’ e ‘Arte fantastica, dada e surrealismo’, entrambe del 1936). Scrisse numerosi libri e cataloghi con contributi critici destinati a fare scuola, ma servendosi di un linguaggio accessibile; le sue monografie su Picasso (1946) e Matisse (1951) sono a tutt’oggi considerate dei classici. Nonostante il rispetto di cui godette grazie al suo lavoro, Barr fu una figura controversa. Fu attaccato da fazioni avverse all’interno dell’arte moderna, oltre che dai conservatori, e molti critici ritennero che il museo da lui creato contribuiva in maniera eccessiva a determinare il corso dell’arte moderna, invece di limitarsi a registrarne gli esiti. Nascita: Detroit 1902; Morte: Salisbury 1981
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