Dizionario Arte

Beato Angelico

Beato Angelico

Beato Angelico, pittore fiorentino, frate dominicano. Nella tradizione popolare il nome con cui è noto definisce “non un artista così soprannominato, ma un santo ispirato” (Ruskin). Di fatto fu un pittore di grande professionalità, aggiornato sugli sviluppi più avanzati nell’arte fiorentina del tempo. Nell’ultimo periodo della sua vita compì numerosi viaggi per commissioni prestigiose. I primi documenti che riguardano la sua attività di pittore risalgono al 1417. Nel 1423 era già entrato a far parte dell’ordine domenicano di Fiesole, dove prese il nome di fra’ Giovanni. Probabilmente iniziò la carriera come *miniatore di manoscritti, e i suoi primi dipinti sono fortemente influenzati dal gotico internazionale. L’opera più riccamente decorata di questo periodo è l’Annunciazione (1432 ca) al Museo Diocesano di Cortona. In questa, l’influenza di Masaccio è evidente nel deciso carattere prospettico dell’architettura.

Durante la maggior parte della sua carriera

Durante la maggior parte della sua carriera Beato Angelico rimase a Fiesole (divenne priore nel 1450). I suoi lavori più famosi furono quelli di San Marco a Firenze (ora museo a lui dedicato), un monastero silvestrino divenuto domenicano nel 1436. Con l’aiuto di assistenti vi dipinse circa 50 affreschi -opere che sono a un tempo espressione e guida della vita spirituale della comunità. Molti degli affreschi si trovano nelle celle dei frati, e avevano lo scopo di essere di sostegno alla devozione: i colori immacolati, l’essenzialità nel disegno e nella composizione e l’estraneità alle complicazioni del tempo e dello spazio comunicano un senso di estatica serenità. Nell’ultimo decennio della sua vita Beato Angelico lavorò anche a Orvieto e a Perugia, e soprattutto a Roma, dove affrescò la cappella privata di papa Nicola V, in Vaticano, con scene della vita di santo Stefano e san Lorenzo (1447-50). Questi affreschi differiscono considerevolmente da quelli di San Marco, c’è una nuova attenzione al racconto e alla descrizione degli ambienti, e con essi Beato Angelico si inserisce più chiaramente nella tradizione italiana della pittura ad affresco del XV secolo.

Beato Angelico morì a Roma

Beato Angelico morì a Roma e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, dove una lapide è tutt’oggi presente. Oltre agli affreschi dipinse numerose pale d’altare, molte delle quali sono conservate al Museo di San Marco, come una Madonna e santi (1438-40 ca) commissionata da Piero de’ Medici per l’altare maggiore di San Marco. La sua opera influenzò numerosi pittori italiani, in particolare Benozzo Gozzoli (che probabilmente fu suo allievo), Domenico Veneziano e Piero Della Francesca. Vasari, parla di fra’ Giovanni come di un uomo semplice e veramente santo. Egli rese popolare il soprannome Angelico. Afferma anche che con questo nome egli era già noto, prima del 1469. E nonostante si chiamava ‘Beato’, la sua beatificazione si ufficializzò  al Vaticano solo nel 1984.

Nascita: Vicchio 1395; Morte: Roma 1455

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