Dizionario Arte

Beerbohm, Max

Scrittore, caricaturista e giornalista radiofonico britannico, che con pungente ironia stigmatizzava i vezzi assurdi o pretenziosi della società mondana. Il primo dei suoi molti libri, Caricature di venticinque gentlemen, fu pubblicato nel 1896. Di solito lavorava con penna e inchiostro, disegnando rapidamente e basandosi sulla memoria; fu un autodidatta, e riteneva che sedersi a scrivere è qualcosa che richiede pensiero e coscienza. La caricatura è invece puro istinto, senza preoccupazione alcuna. Eppure, nonostante la spontaneità con cui eseguiva le caricature, spesso c’era un lavoro precedente di ideazione e annotazioni. Su Oscar Wilde, per esempio, annotò: “Statua di cera; enormi anelli; grasse mani bianche; letto di piume; dita appuntite; camminata da gatto; spalle robuste; enorme matrona”. Nel 1910 sposò un’attrice americana (che raramente capiva il suo humour inglese) e si trasferì a Rapallo, dove trascorse il resto della vita a eccezione degli anni della guerra. Negli ultimi anni si conquistò un nuovo pubblico parlando alla radio della BBC. La sua opera letteraria più nota è il suo unico romanzo completo, Zuleika Dobson (1911), un racconto satirico sulla vita studentesca di Oxford. Nascita: Londra 1872; Morte: Rapallo 1956

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