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Belgorod nel caos, cosa succede.

La regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sta vivendo feroci scontri che hanno creato il panico nella popolazione locale.

Belgorod nel caos, cosa succede.

L’Institute for the Study of War (ISW) parla di «incapacità di azioni coordinate» da parte del Cremlino nell’organizzare la risposta alla guerriglia che i corpi paramilitari delle varie legioni per la libertà stanno portando avanti nell’oblast di Belgorod ormai da una ventina di giorni a questa parte.

Il think tank asserisce l’incapacità sulla scorta di diversi segnali: «i rapporto contraddittori da fonti ufficiali russe sulla situazione nell’oblast di Belgorod e l’apparente decisione personale del governatore regionale Gladkov di rispondere al Corpo volontario russo (Rdk) anti Cremlino e alla Legione della libertà della Russia (Lsr) suggeriscono che il Ministero della Difesa e Gladkov non stanno coordinando le loro risposte ai raid» [Fonte: SkyTg24].

Facendo un po’ di ordine quanto sappiamo con certezza è che dopo gli scontri di ieri oggi si stanno svolgendo attivamente battaglie in diverse località della regione, alla periferia di Shebekinsky nei villaggi di Murom, Belyanka e Terezovka, nel villaggio di Tsapovka nel distretto di Borisovsky, a Glotvo nella periferia di Graivoronsky e a Kozinka nei pressi di Grayvoron.

Questi gli ultimi aggiornamenti operativi della Lsr che soprattutto rivendica di aver preso il controllo di Novaya Tavolzhank, allegando un video dei miliziani che camminano–armi in braccio–per le strade del paese. Naturalmente non siamo in nessun modo in grado di verificare l’autenticità del girato e tuttavia altri video della compagnia sono stati confermati, come ad esempio quello della cattura di due militari russi.

La Russia dal canto suo non ha smentito categoricamente che i “sabotatori” controllino il villaggio in questione, che se fosse vero costituirebbe una notizia a dir poco incredibile, affermando invece di aver eliminato 10 membri della Legione in combattimenti nei pressi della località e di aver respinto nuovi tentativi di incursione.

Inoltre, se in un primo momento il governatore di Belgorod, Gladkov aveva dato la propria disponibilità ad un incontro con i ribelli al checkpoint di Shebekino per trattare la liberazione degli ostaggi–uno ignoto, l’altro il luogotenente Alexey Belyaev–pare che questa sia venuta meno, tant’è che il leader dei miliziani anti-Putin, Maximillian Andronnikov alias “Caesar”, ha affermato di voler consegnare i due ostaggi agli ucraini per eventuali scambi di prigionieri.

In realtà le brigate anti-Cremlino sostengono di aver catturato “numerosi” soldati russi, tra militari e guardie di frontiera, ma non viene specificato il numero, anche se in un video di ieri sera si vedono 4 uomini nelle mani dei “volontari russi”.

Oggi, c’è stata un esplosione confermata dal governatore in un’impianto energetico della provincia, senza però specificare la posizione esatta. Ad ogni modo nessuna vittima e nessun danno pesante. Ieri, invece è stata sabotata la linea ferroviaria della Regione di Amur (la Trans-Baikal Railway) con il deragliamento di 5 vagoni che trasportavano carbone nella stazione di Skovorodino. Un’altra esplosione si è verificata pochissimi minuti fa in un sito a Samznevo, nel distretto di Zarinskiy (Altai).

Se a ciò si aggiunge che l’esercito russo sta bersagliando con l’artiglieria il proprio stesso territorio, evacuato solo parzialmente, per fare terra bruciata dei rivoltosi si può ben dire di essere in piena confusione. Chiaramente capire la verità delle azioni sul campo è impresa tutt’altro che semplice, ma stando a dei video pubblicati dai nazionalisti rivoluzionari di estrema destra pare che l’aviazione russa abbia sganciato munizioni termiche su Shebekino.

In questo caos, quantomeno mediatico, si sono lanciati i falchi che fiancheggiano l’esercito russo, Roman Kadyrov e Yevgheny Prigozhin, rispettivamente a capo delle unità cecene e della compagnia mercenaria Wagner. Entrambi hanno sollecitato l’idea che nella regione vengano inviati gli uomini dei rispettivi schieramenti, in quanto le forze attualmente impiegate non si stanno dimostrando all’altezza, per impreparazione e mancanza di esperienza sul campo.

Effettivamente, circola sul web anche la notizia che le forze dispiegate nella regione siano costituite prevalentemente da coscritti appena maggiorenni e uomini delle forze dell’ordine.

Tra i due militari è sempre il cuoco di Putin quello ad alzare il tiro, e nelle ultimissime uscite ha considerevolmente aumentato la portata degli attacchi ai vertici militari russi, in primis il Ministro della Difesa Shoigu. Il capo della Wagner nei giorni scorsi aveva accusato l’esercito regolare di aver minato la retrovie per “intrappolare” i mercenari in uscita da Bakhmut ed oggi rincara la dose rendendo conto di un episodio eclatante: militari della Wagner hanno infatti arrestato il luogotenente colonnello Roman Vinvitin il quale avrebbe confessato di aver dato l’ordine di sparare contro le forze alleate per antipatie personali esacerbate dai fumi dell’alcool.

Proprio mentre scriviamo un video-messaggio della Lsr è stato diffuso a mezzo Telegram in cui uno dei comandanti della Legione si rivolge direttamente a Prigohzin propendendo uno scambio tra diversi ostaggi delle RF Forze Armate con il colonnello Vinvitin.

Infine, bisogna sottolineare come lo slittamento oltre confine stai procurando grattacapi alle cancellerie occidentali, complici i leaks del Washington Post e le rivendicazioni russe, che affermano di aver catturato diverse tecnologie e veicoli militari di fabbricazione occidentale. In particolare il Belgio ha sollecitato l’amministrazione ucraina dopo aver appreso che le formazioni paramilitari erano in possesso di fucili Scar prodotti nel Paese.

Anche l’amministrazione americana si è dimostrata molto cauta quando non infastidita per il rischio che sempre più prodotti statunitensi finiscano nei laboratori sovietici.

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