Dizionario Arte

Bellini,Jacopo, Gentile

Bellini, Jacopo, Gentile. Famiglia di pittori veneziani che ebbe un ruolo determinante nella vita artistica di Venezia per tre quarti di secolo. Jacopo (Venezia 1400 ca-Venezia 1470/71) fu il padre di Gentile e Giovanni e il suocero di Mantegna. Fu allievo di Gentile da Fabriano, con il quale probabilmente lavorò a Firenze nei primi anni Venti del Quattrocento (sebbene la documentazione non sia chiara a riguardo).

A partire dagli anni Trenta ottenne numerose commissioni prestigiose nel nord Italia, tra cui un affresco con la Crocifissione per la cattedrale di Verona (1436) e un ritratto di Lionello d’ Este a Ferrara (dopo aver battuto Pisanello nell’aggiudicarselo). Queste opere sono però andate perdute, e gli unici suoi dipinti arrivati fino a noi sono per lo più Madonne col bambino di fattura piuttosto semplice e tradizionale, delle quali solo una è datata (1448, Brera, Milano).

Per quanto apprezzabili, questi dipinti non chiariscono perché fosse così stimato al suo tempo, mentre i disegni possono fornirci indicazioni migliori sulla qualità e originalità della sua opera artistica. Esistono due grandi volumi dei disegni sopravvissuti (British Museum, Londra, e Louvre, Parigi), ognuno contenente 300 disegni, principalmente composizioni finite, alcune delle quali molto elaborate. Costituiscono una testimonianza di quanto fosse attento a captare idee nuove, e molti sono di notevole interesse per gli audaci effetti prospettici, che creano un forte senso di spazialità. I volumi furono ereditati dai figli, per i quali rappresentarono un pozzo di idee da cui attingere.

Gentile (Venezia 1430/35 ca-Venezia 1507) è generalmente considerato il fratello maggiore, anche se non ci sono prove (così come per la data di nascita). La sua formazione avvenne presumibilmente con il padre, e si sa che collaborò con lui intorno al 1460. Nel 1465 lavorava in maniera indipendente, e per i successivi quarant’anni fu uno degli artisti di spicco a Venezia.

Come per il padre, però, le opere maggiori sulle quali si guadagnò una solida reputazione sono andate perdute. Esse comprendevano in buona parte decorazioni per il Palazzo dei Dogi a Venezia, e scene erotiche per l’harem del sultano Maometto II a Costantinopoli, dipinte tra il 1479 e il 1481, il periodo in cui Gentile lavorò presso la sua corte; è sopravvissuto anche un suo ritratto di Maometto II (anche se molto ritoccato), oggi alla National Gallery di Londra.

Le sue opere più note arrivate fino a noi sono La processione di San Marco (1496) e il Miracolo della croce (1500), due enormi tele gremite di dettagli aneddotici della vita veneziana contemporanea. Entrambi si trovano alle Gallerie dell’Accademia a Venezia.

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