Dizionario Arte

Bellmer, Hans

Grafico, pittore, scultore, fotografo e scrittore franco-polacco, i cui lavori sono tutti esplicitamente erotici. Nel 1933 costruì un manichino in gesso raffigurante una ragazza, ispirato in parte dalla cugina quindicenne Ursula per cui nutriva una infatuazione. Fotografò la sua creazione in varie pose e in diversi stati di smembramento (a volte in parte vestita), e pubblicò le fotografie in una raccolta dal titolo Die Puppe (‘la bambola’) a Karlsruhe nel 1934; l’edizione francese La Poupée fu pubblicata a Parigi nel 1936. Bellmer spedì alcune delle fotografie ad André Breton a Parigi, e i *surrealisti trovarono di particolare interesse queste forti immagini di “vizio e incantesimo”. Nel 1938, a rischio di arresto da parte dei nazisti, Bellmer fuggì da Berlino per andare a Parigi, e aggregarsi ai surrealisti. All’inizio della guerra fu internato (con Max Ernst), poi visse nel sud della Francia dal 1942 al 1946 prima di tornare a Parigi, dove cominciò una lunga serie di disegni e acqueforti nelle quali elaborò il violento erotismo delle sue bambole. Bellmer realizzò anche dipinti e sculture di simile ispirazione. Tra le sue opere compare qualche capolavoro riconosciuto di arte erotica, ma una certa notorietà è arrivata solo con la grande retrospettiva del 1971-72 al Centre National d’Art Contemporain di Parigi. Nascita: Katowice 1902; Morte: Parigi 1975

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