Benedetto da Maiano
Uno dei principali scultori fiorentini della sua generazione, esponente di una famiglia di artisti di Maiano, vicino a Firenze, noto per le cave. Lavorò di frequente con i fratelli Giuliano (1432 ca-1490), che era principalmente architetto, e Giovanni I (1439 ca-1478), e qualche volta collaborò anche con Domenico Ghirlandaio, con cui condivideva una concezione dell’arte legata alla tradizione e gli alti livelli di abilità tecnica. Non si hanno molte notizie sui suoi studi. Il primi documenti che lo riguardano lo attestano nel 1467 come intagliatore: lavorò infatti il legno per tutta la sua carriera, anche se le sue opere più importanti sono in marmo, che probabilmente imparò a lavorare grazie ad Antonio Rossellino. La sua opera principale è il pulpito della chiesa di Santa Croce a Firenze (1475-80 ca), che comprende cinque pannelli a rilievo sulla vita di san Francesco (modelli in terracotta di tre dei pannelli sono conservati al Victoria & Albert Museum di Londra). Il pulpito fu commissionato dal mercante fiorentino Pietro Mellini, che Benedetto ritrasse in un busto (1474, Bargello, Firenze). Realizzò un busto anche per il banchiere Filippo Strozzi (1475, Louvre, Parigi); il modello in terracotta di quest’opera è conservato alla Skulpturengalerie, Berlino, e questo è il solo esempio di busto quattrocentesco del quale sono arrivati fino a noi sia il modello che l’opera finita in marmo.
Anche il figlio di Benedetto, Giovanni II (1487 ca-1542), fu scultore. Dal 1520 circa fino al 1536 lavorò in Inghilterra (forse al servizio di Torrigiano), e contribuì a diffondere le nuove istanze *rinascimentali nel paese. La sua principale opera documentata consiste in otto tondi in terracotta che raffigurano gli imperatori romani (1521), commissionati dal cardinale Wolsey per la decorazione esterna del suo palazzo a Hampton Court (in situ). Gli sono stati attribuiti anche interventi nella King’s College Chapel, Cambridge.
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