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Berlusconi e il no al Quirinale, un sogno che si infrange: cosa c’è dietro questa decisione

Berlusconi ha detto no al Quirinale, ecco perché

Dopo giornate tormentate da dubbi e calcoli, il Cavaliere ha sciolto la riserva: non si candiderà per il Quirinale. Ieri ha mandato al vertice degli alleati di centrodestra un comunicato dove rinunciava in nome della “ricerca dell’unità che serve al Paese”. A seguire, l’annuncio che il centrodestra presenterà una proposta comune. Ma cosa c’è davvero dietro Berlusconi e il suo no al Quirinale?

La famiglia, ecco cosa c’è dietro Berlusconi e il no al Quirinale

Per capire le ragioni dietro questa rinuncia, bisogna ritornare ai giorni tra Natale e Capodanno, quando Silvio Berlusconi era nel pieno della sua campagna per il Quirinale. In quei giorni, durante le molte telefonate ai parlamentari, per sondarne l’animo raccontò di come già da bambino desiderasse diventare futuro Presidente della Repubblica.

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Un sogno conservato all’interno di un vecchio tema delle elementari che sua mamma Rosa aveva custodito per anni. Un sogno che il Cavaliere per settimane ha rincorso contro ogni pronostico, come successe già nel ’93. Un sogno che ieri sera si è definitivamente spezzato.

Ma più che gli ammonimenti di Salvini e Meloni o i suggerimenti degli avversarsi, a orientarlo nella scelta sembra essere stata principalmente la famiglia. I figli gli avevano parlato a più riprese nell’ultimo periodo. E l’ultima chiacchierata di ieri pomeriggio con Marina, la primogenita, è stata decisiva per condurlo alla rinuncia.

La preoccupazione è che la salute di un ottantacinquenne non possa reggere di fronte a un tale stress e alla spietatezza della politica. «E se qualche gruppo organizzato si presenta qua sotto casa a manifestare nelle prossime ore?», gli è stato fatto notare tra le mura della Villa San Martino.

Berlusconi dice no al Quirinale, e ora?

Berlusconi finora non si è mostrato di fronte ad alcuna telecamera. E non si è neanche presentato al vertice di coalizione di ieri per rendere conto della riserva. Ma ora cosa gli aspetta?

Da oggi potrà ancora giocare le ultime carte che gli rimangono in mano nel grande tavolo finale che porterà all’elezione del Capo di Stato. Le prime, lanciate nel suo comunicato, sono un netto ‘no‘ al trasferimento di Mario Draghi al Colle. In più, sembra che nelle sue intenzioni vi sia la benedizione al tentativo di Pier Ferdinando Casini di realizzare il sogno impossibile di un Mattarella bis.

 

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Editor: Susanna Bosio

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