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Arte,  Mostra

Padiglione Italia alla Biennale di Venezia: solo 3 artisti

Polemica già innescata Padiglione Italia. Se nel 2013 erano quattordici e nel 2015 quindici, al Padiglione Italia curato da Cecilia Alemani nel 2017, la certezza è arrivata poche ore fa, esporranno solo tre artisti, due scultori e una videomaker, nati tra gli anni Settanta e Ottanta:

Giorgio Andreotta Calò (1979), Roberto Cuoghi (1973) e Adelita Husni-Bey (1985). Cuoghi è il più noto; Andreotta Calò è ormai famoso e Adelita si sta facendo conoscere all’estero con i suoi video. Nessuno dei tre ha l’ossessione dell’italianità.

Cecilia Alemani, curatrice del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2017, ha scelto solo tre artisti.

Alemani, nata a Milano nel 1977, risiede a New York dove dal 2011  governa il programma mostre del  parco sculture che ‘vegeta’ sulla ferrovia sopraelevata, la High Line, facendo affluire nella Grande Mela ogni anno otto milioni di visitatori.

E’ moglie di Massimiliano Gioni, che ha diretto la Biennale nel 2013. Del Padiglione Italia, dunque, ha già una certa dimestichezza.“Negli Stati Uniti non si guarda a quella italiana come a un’arte nazionale – spiega Alemani – gli italiani arrivano per i loro meriti, le bandiere non c’entrano. Sono artisti glocal”.

Perché solo tre artisti?

“Perché il Padiglione italiano all’Arsenale con i suoi duemila metri quadrati è il più grande di tutti. Affidare il lavoro a un solo artista avrebbe significato rendergli la vita un incubo.

E invece ho preferito puntare su tre “mostre introspettive. Ci sarà un percorso con un unico tema. Mi interessa riportare l’attenzione sull’architettura del padiglione in sé, solitamente oscurata dagli allestimenti. Era il magazzino del carbone costruito all’Arsenale nell’800. Vorrei se ne riscoprissero i particolari e il pavimento”.

Ma esiste ancora uno specifico dell’arte, in questo caso dell’arte italiana ?

“Per me è più interessante mettere gli artisti nella condizione di produrre il loro mondo creativo, dandogli spazio. In questo senso, mi fa piacere la decisione di Federica Galloni, commissario del Padiglione per il ministero dei Beni culturali, di anticipare i tempi di lavoro rispetto alle passate edizioni”.

La ricetta di una buona mostra?

Non esiste. Tutto dipende dal contesto, i luoghi e le persone, i galleristi e i visitatori. Una buona mostra è quella che sa rapportarsi a pubblici diversi. Un’opera d’arte e penso a quelle del Padiglione italia deve prestarsi a più letture e non fornire un messaggio unico”.

Con suo marito Massimiliano Gioni vi scambiate consigli? Lei lo ha fatto per la Biennale diretta da lui nel 2013?

“Ci confrontiamo, critichiamo, a volte ci scazzottiamo. Alla fine troviamo sempre un accordo”.

Viva Arte Viva, la 57esima esposizione internazionale d’arte, sarà curata da Christine Marcel e si svolgerà a Venezia (Arsenale e Giardini) dal 13 maggio al 26 novembre.

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