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Blaise Pascal – gli aforismi più belli del filosofo

Riportiamo gli aforismi più belli del filosofo, fisico, matematico e teologo Blaise Pascal.

Blaise Pascal

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Blaise Pascal

Bambino prodigio, Blaise Pascal (19 giugno 1623 – 19 agosto 1662) viene ammesso alle riunioni scientifiche del circolo intorno a Marin Mersenne, che era in corrispondenza con i più grandi ricercatori del tempo, tra cui Girard DesarguesGalileo GalileiPierre de FermatRené Descartes ed Evangelista Torricelli. Nel 1640 compone la sua prima opera scientifica, Sulle sezioni coniche. Poi, nel 1653, scrive Traité du triangle arithmétique, nel quale definisce il triangolo aritmetico che porta il suo nome.

Successivamente abbandona gli studi matematici per dedicarsi alla filosofia e alla teologia. Il 23 gennaio 1656 pubblica le sue prime lettere, con lo pseudonimo di Louis de Montalte, scritte da un provinciale ad uno dei suoi amici, sulle dispute della Sorbona. Nel 1660, il re Luigi XIV ordina però la distruzione delle Lettere provinciali di Pascal, scritte in difesa del giansenista Antoine Arnauld.

Si spegne il 19 agosto 1662, all’età di trentanove anni. Il suo corpo viene sottoposto ad autopsia, la quale rivela danni al tessuto cerebrale e gravi disturbi allo stomaco e all’addome. Le cause della morte, quindi, sono da imputare probabilmente a una tubercolosi combinata con un tumore allo stomaco. Viene sepolto nella chiesa di Saint-Étienne-du-Mont.

Gli aforismi

  • Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. (Pensieri)
  • La cosa più importante di tutta la vita è la scelta di un lavoro ed è spesso affidata al caso. (Citato in Roger Abravanel e Luca D’Agnese, La ricreazione è finita, Rizzoli, 2016, p. 201.)
  • Ridersela della filosofia significa filosofare per davvero. (Pensieri)
  • Volete che gli altri pensino bene di voi? Non parlatene. (Pensieri)
  • La nostra natura sta nel movimento; il completo riposo è la morte. (Pensieri)
  • Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell’avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne il lume al fine di predisporre l’avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo l’avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali. (Pensieri)
  • Il pensiero costituisce la grandezza dell’uomo. (Pensieri)
  • L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia. (Pensieri)
  • Due cose istruiscono l’uomo su tutta la sua natura; l’istinto e l’esperienza. (Pensieri)
  • Non si comprendono le profezie se non quando le cose sono accadute. (Pensieri)
  • Il silenzio è la più grande persecuzione: i santi non hanno mai taciuto. (Pensieri)

 

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