andrea Bocelli
Spettacolo,  Musica

Bocelli non canterà per Trump 2017

A un mese esatto dalla sontuosa inaugurazione del nuovo corso presidenziale trumpiano Andrea Bocelli, il cantante più atteso della cerimonia, sembra aver abdicato dietro la pressione dei fan italiani e stranieri

Un avvio in linea con il personaggio: esagerato.

Ma la presenza di Andrea Bocelli, punta di diamante della cerimonia di inaugurazione della nuova presidenza e data per certa fino a ieri, sembra sfumare.

Non sarebbe il primo “ammutinamento”, quello dell’artista: già Elton John ha dato il proprio secco diniego all’invito del presidente, così come (più prevedibilmente) Leonardo DiCaprio, che ha rifiutato dopo un fitto colloquio avuto recentemente con il tycoon a causa della visioni diametralmente opposte sulla sensibilità ambientalista.

Ma il tenore italiano, già avvezzo a suonare per i presidenti americani (come accaduto in passato per Bush e Obama) e già dimostratosi in sintonia con il nuovo presidente, farà quasi certamente un passo indietro a causa del boicottaggio di molti dei suoi fan, già trasformatosi in tag su twitter: #BoycottBocelli.

Pressato dalla necessità di schierarsi politicamente,  dal timore di deludere i suoi fans attirando inutili controversie su di sé, Bocelli, secondo alcune fonti (come il sito web Page Six ) avrebbe ormai rinunciato definitivamente all’idea di partecipare alla festa del nuovo presidente.

Al momento l’unica conferma è arrivata dalla cantante Jackie Evancho, giovane artista uscita fuori dal programma American’s got talent, mentre si attende quella del rapper Kanye West. Un altro importante indizio su come venga considerato con diffidenza il nuovo corso presidenziale,

(almeno dagli artisti e da molte comunità), arriva da quello che potrebbe sembrare un piccolo dettaglio: per la prima volta in 20 anni non ci sarà nessuna accoglienza musicale da parte delle bande musicali delle scuole di Washington nel corso dell’inaugurazione del 20 gennaio. Anche questo un segnale. Non rimane che una star pronta a difendere il nuovo leader: Clint Eastwood.  Sembra poco, ma non lo è.

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