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Bombay Beach Biennale 2019: il deserto dell’arte

Bombay Beach Biennale è l’arte che stavamo aspettando in questi tempi aridi.

L’arte della Bombay Beach Biennale Californiana fiorisce coraggiosa nel deserto dei nostri tempi.

Bombay beach biennale
Bombay Beach Biennale arte nel deserto

Infatti in un villaggio dell’Imperial Valley, a ridosso delle sponde di un grande lago avvelenato, artisti, visionari, volontari e abitanti reduci, danno vita ad un‘inedita declinazione dell’arte

In pratica, “Bombay Beach”, dalla località sul Salton Sea, in cui le difficoltà ambientali hanno reso invivibile questo fragile agglomerato di case ed esistenze.

Invece “Biennale” per il carattere espositivo attribuito alla finestra del mese di marzo.

La fondazione di Bombay Beach Biennale.

Questa rassegna è stata fondata nel 2015 da Tao Ruspoli, filmmaker, appasionato di filosofia, fotografo e musicista italiano figlio del principe Alessandro Ruspoli, Stefan Ashkenazy imprenditore alberghiero e mecenate d’arte losangelino e Lily Johnson White, rampolla della famiglia della Johnson & Johnson, nonchè filantropa.

Certamente i tre, sostenuti da una comunità profondamente coesa, hanno dato luogo a un vero prodigio espressivo e creativo. Bombay Beach è una forma d’indagine sull’umano: scandaglia i fondali dei suoi infiniti percorsi, stratificati nella sensibilità di ognuno di noi, riportando a galla rottami di paradisi perduti e scatenando un energia potente, chiaramente percepibile.

Lo scenario su cui si staglia è arido e ostile e sembra essere una possibile metafora della nostra società.

Bombay beach biennale
Bombay beach biennale

Tuttavia in questo deserto le linee orizzontali si susseguono e rincorrono senza troppe intermittenze urbane, spalancando il divario con gli euforizzanti abbagli incandescenti delle lontane architetture verticali metropolitane.

Come descrivere questo peculiare festival?

Senz’altro celebrazione ribelle, sovversiva quanto urgente. Esposizione di molteplici linguaggi artistici quali, installazioni, interventi pittorici urbani, opere cinetiche, musica e filosofia in forme plastiche o divulgative.

Bombay beach biennale
Bombay beach biennale

Di certo le creazioni, qui, sono intimamente legate alle sensibilità più fragili, preziose, dunque proprio per questo, più belle. Ci riferiamo non solo ai talenti accorsi da tutto il mondo, ma anche agli abitanti sopravvissuti alla rovina e agli abbandoni del villaggio ormai fantasma.

Questo fazzoletto di terra arida se non altro è generosamente percorso da opere oniriche, inerenti la cinetica, l’architettura, la fotografia , la video arte, la scultura, ambienti immersivi e land art. Bombay Beach Biennale è un luogo dell’anima. Un atto di resistenza, di non rassegnazione a un mondo perduto. Forse il fascino dell’arte di Bombay Beach Biennale sta nel fatto che quando finalmente vediamo cosa sia ciò che abbiamo perso, in quello stesso istante, è ritrovato.

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