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Boris Johnson e il party gate: si scusa ma non si dimette, riuscirà a salvarsi?

Boris Johnson inguaiato dal party gate, ma niente dimissioni

Boris Johnson è ancora sotto tiro per la questione party gate. Il premier britannico, infatti, ha partecipato ad alcune feste organizzate a Downing Street durante alcuni lockdown anti-Covid. In questi giorni, il leader ha chiesto scusa per quanto accaduto, ma ha detto di non essere intenzionato a dimettersi.

Ma il suo posto in Parlamento è messo molto in discussione. A pesare non è solo il pressing dei media, ma anche il dissenso che è venuto a crearsi all’interno del partito. Come riuscirà a salvarsi?

Boris Johnson si scusa sul party gate

Johnson ha specificato che attenderà l’esito delle indagini condotte dalla polizia. Le critiche più dure sono arrivate dai partiti dell’opposizione, soprattutto quello Laburista, che ne ha chiesto le dimissioni. Ma si sono rivolti a lui con delle critiche anche i parlamentari del suo stesso partito Conservatore.

Il commento più duro è arrivato da Theresa May, prima ministra dal 2016 al 2019, di cui Johnson è stato il successore. «Al numero 10 di Downing Street non hanno osservato le regole imposte ai cittadini, quindi o il mio onorevole amico non le aveva lette o non le aveva capite, oppure quelli che erano insieme a lui non sapevano che riguardasse anche loro: quale di queste?». Queste sono state le sue parole.

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Boris Johnson e il party gate: fuori dalle sue responsabilità

Il premier si è quindi difeso promettendo un ufficio che sovrintenderà il corretto comportamento dei funzionari di Downing Street. «Accetto il rapporto di Sue Gray – ha detto – ma non si possono ancora trarre conclusioni perché serve l’esame degli inquirenti». E ha poi ammesso che «non abbiamo fatto bene qualcosa, mi dispiace per il modo in cui è stata gestita la questione». Johnson si è, in sostanza, scantonato dalle sue responsabilità.

Diversi altri leader di partito, anche quello Conservatore, hanno insistito sulla necessità che il rapporto di Gray venga pubblicato in forma integrale quando le indagini della polizia saranno concluse. Infatti, la versione consegnata prima a Johnson e poi diffusa alla stampa è stata modificata. Durante il suo discorso in Parlamento, il primo ministro si è rifiutato di pubblicare in maniera integrale il rapporto. Ma poche ore dopo il dibattito, un portavoce del governo ha assicurato che il documento sarà reso pubblico integralmente alla fine delle indagini.

 

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Editor: Susanna Bosio

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