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Bozza finale della Cop26: nessun punto tocca l’argomento delle fonti fossili

Cop26 e fonti fossili: carbone, gas e petrolio non vengono menzionati in nessun punto della bozza del documento finale della Conferenza

Nella bozza del documento finale della Cop26, le fonti fossili non sono trattate. La bozza diffusa dal Presidente della Conferenza di Glasgow, Alok Sharma, contiene tutto tranne che un punto fondamentale: l’addio alle fonti fossili.

Il “non-paper” della Cop26

Sta circolando la bozza del documento finale della Cop26, diffuso dal Presidente Alok Sharma nella notte dell’8 novembre. La bozza è definita un “non-paper”, ovvero un documento informale della presidenza anche noto come aide-mémoire. È fatto circolare in maniera ufficiosa a scopo esplorativo, per tastare il terreno. Il documento indica i punti che saranno inclusi nella dichiarazione finale della Conferenza sul clima in corso a Glasgow, giunta ormai alla sua seconda e ultima settimana.

La bozza della Cop26 e le fonti fossili

Il problema più grande di questa “debolezza” è la mancanza di un punto sulle fonti fossili. In tutto il testo, nessun punto tocca l’argomento dei carbon fossili. Non menzionandoli, di fatto non viene data l’importanza e la responsabilità che queste fonti, ormai di vecchia generazione, hanno nei confronti del cambiamento climatico. Non c’è nessun impegno concreto nel dire addio alla dipendenza globale da carbone, petrolio e gas. Nella settimana scorsa dei negoziati in corso a Glasgow sono stati presi impegni per il taglio delle emissioni, ma solamente in accordi che non includevano tutti i partecipanti e che sono volontari e non vincolanti.

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Carbone, petrolio e gas mancano nel “non-paper” della Cop26

La causa della mancanza delle fonti fossili

Secondo attivisti e osservatori, il fatto che nella bozza finale della Cop26 manchino le fonti fossili, è causato dalla presenza delle lobby del petrolio. Mentre i leader, negoziano e discutono per trovare accordi e intese, i gruppi di lobbisti lavorano di fatto per boicottarli e continuare ad utilizzare i combustibili fossili. Proprio in questo settore, gli occhi sono puntati sull’Arabia Saudita, che essendo produttrice di combustibili fossili, come Australia e Giappone, sta ostacolando i negoziati per le ambizioni di Glasgow. Secondo un’inchiesta degli attivisti di Global Witness, emerge infatti che numerosi lobbisti e persone con interesse nei carbon fossili sono state accreditate alla Conferenza: tra i corridoi quindi di una Conferenza globale che punta a trovare una soluzione per la crisi climatica, c’è chi invece ostacola di fatto i negoziati. Dall’indagine, Global Witness ha scoperto che 503 persone legate all’industria dei combustibili fossili sono state accreditate per il vertice globale sul clima: paradossalmente, la delegazione presente a Glasgow più numerosa è quella delle lobby sulle fonti fossili.

La bozza è “debole”

La bozza diffusa, è considerata “debole”. Solitamente, una prima bozza di un accordo internazionale, in particolare su un tema globale come il clima, è piuttosto ambiziosa, per poi essere scremata e indebolirsi durante la seconda bozza o nel documento finale addirittura. Ma non è questo il caso. Nel “non-paper” della Cop26 le fonti fossili non sono citate. La bozza esce debole già in partenza, che cosa potremo aspettarci se parte già con così basse aspettative? Si rischia di avere poco o nulla nella giornata di venerdì 12, data di chiusura della Conferenza Onu sul clima. O magari, da un punto di vista opposto, ci staranno tenendo sulle spine per farci una sorpresa finale? Basse aspettative ora per avere più soddisfazioni e stupore alla pubblicazione del documento finale? Staremo a vedere…

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