Bruce Springsteen
Spettacolo,  Musica

Bruce Springsteen (1949) imperatore di Roma: il trionfo del “Boss”

Con il live di sabato scorso Bruce Springsteen saluta Roma e l’Italia. Il ‘The River tour’ lascerà una traccia indelebile nel cuore dei suoi fan

Per Bruce Springsteen non era semplice ripetersi dopo gli show milanesi, ma a Roma ha superato le aspettative, aiutato dalla bellezza del contesto e dalla passione dei gruppi che l’hanno introdotto

Una data indimenticabile per i fan di Bruce Springsteen, che avranno molti ricordi da archiviare nell’album della memoria, dopo il live di sabato scorso. Più di 60 mila persone sono accorse al Circo Massimo per celebrare il Boss: un concerto reso straordinario da una serie di motivi, alcuni inaspettati, altri più attesi. Attorno a lui si è creata una bolla spazio-temporale, un microcosmo quasi rituale fatto di musica, risultato della speciale alchimia nata dall’incontro della star con il suo (appagato e appagante) pubblico.

L’attesa e la tensione

L’attesa e la tensione: i cancelli per il concerto sono stati aperti sabato alle 15. Numerosi i controlli della polizia con il metal detector dovuti al clima di eccezionale allarme per l’ultimo atto di terrorismo compiuto a Nizza. Oltre settecento le guardie che hanno vigilato nel corso della serata, non è mancata neppure la visita di controllo del corpo diplomatico statunitense.

Le band di supporto

Le band di supporto: La musica è iniziata alle 17.15 con Fabio Treves e la sua Blues Band. Un’introduzione ideale: Treves, icona milanese del rock n’roll, ha avuto in passato l’onore di aprire anche il concerto di Jimy Hendrix e ha iniziato a riscaldare i fan in attesa del Boss grazie alla sua magica fisarmonica. Un’ora dopo sono saliti sul palco i Counting Crows: il gruppo di Adam Duritz è stato accolto dai grandi applausi del pubblico e si è esibito nei suoi maggiori successi, da Colorblind a Mr.Jones. Un’ora e mezza di rock emozionale e trasognato, poi la band di San Francisco ha dovuto lasciare spazio alla star più attesa della serata.

Bruce Springsteen La scaletta

La scaletta: Tre ore e mezza e una scelta di brani perfetta e anticonvenzionale. Il live del Boss è stato un trionfo sin dall’entrata in scena, accompagnata dalle note di Ennio Morricone tratte da ‘C’era una volta in America‘. Poi l’inizio a sorpresa, con ‘New York city serenade‘, tratto dall’album del 1973 ‘The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle’. E’ stata la prima volta che il Boss ha cantato questo brano all’interno del ‘The River tour’ europeo, e ne è valsa la pena: un incipit reso monumentale ed epico dall’accompagnamento di un’orchestra d’archi.

Meno sorprendenti, ma ugualmente emozionanti, le esecuzioni di brani classici come ‘The Ties that Bind‘, ‘Sherry Darling’, ‘Jackson Cage’, ‘Two Hearts’, ‘Indipendence Day’, ‘Out in the street’ e molti altri tratti dall’album ‘The River’. Non è mancata un’altra hit assente a Milano: ‘The Ghost of Tom Joad‘.

Le cover

Le cover: immancabili le cover: da ‘Summertime Blues‘, un altro inedito della tournee, alla classica ‘Because the night’, da ‘Big Yellow Taxy’ della cantautrice canadese Joni Mitchell a ‘Boom Boom‘ di John Lee Hooker. A poche ore dal concerto, dall’altra parte del mondo, si è spento Alan Vega, leader della band punk Suicide, dal cui repertorio Bruce Springsteen ha coverizzato, in passato, ‘Dream baby Dream‘. Il Boss ha omaggiato i versi del trasgressivo artista di New York durante l’esecuzione di ‘Drive all night‘.

Bruce ‘alla romana’: Quello di sabato è stato sopratutto l’incontro tra il musicista e Roma, inaugurato dal saluto “all’amatriciana” del Boss: “Bello essere nella città più bella del mondo: daje Roma!“. Un incontro sublimato dalla straordinaria cornice del Circo Massimo, teatro magico per quest’ultima data italiana, culmine di un tour difficile da dimenticare.

 

Conclusione Con il live di sabato scorso Bruce Springsteen saluta Roma e l’Italia. Il ‘The River tour’ lascerà una traccia indelebile nel cuore dei suoi fan

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