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Spettacolo,  Cinema

Buon compleanno Julianne Moore, 60 anni oggi

La rossa di Hollywood spegne 60 candeline

Julianne Moore festeggia oggi 60 anni. La splendida diva di Hollywood celebra una carriera piena di successi e una vita privata “incontaminata” dallo star system.

I 60 anni di Julianne Moore, da dove ha iniziato

Nata il 2 dicembre 1960 in North Carolina come Julie Anne Moore Smith, trascorre la sua infanzia tra Stati Uniti ed Europa per via del lavoro del padre, avvocato militare e colonnello dell’esercito. Prende infatti il diploma presso la Frankfurt American High School (ai tempi nella Germania ovest). Ritorna poi in America, dove si laurea in Belle Arti all’Università di Boston nel 1983. Si trasferisce poco dopo a New York, e inizia a fare gavetta, recitando in spettacoli Off-Broadway e lavorando come cameriera per mantenersi.

Si fa notare da alcuni produttori ed esordisce nel 1984 in una soap opera. Il suo vero battesimo come attrice avviene però nel 1988 in un’altra soap “Così gira il mondo“, in cui interpreta il doppio ruolo di due sorellastre. Una la brava ragazza per eccellenza, l’altra malvagia ed egoista. Grazie a questo vinse il suo primo Emmy Awards lo stesso anno. Decide anche a questo punto di adottare Julianne Moore come nome d’arte (con cui verrà conosciuta da allora in poi).

Il cinema, i premi e le pellicole hollywoodiane di successo

Il debutto sul grande schermo è datato 1990 con una piccola parte ne “I delitti del gatto nero”; prosegue con altri ruoli minori in pellicole indipendenti ma inizia ad ottenere anche i primi riconoscimenti. Grazie a una produzione teatrale, nel 1993 a notarla è Robert Altman, che la chiama per recitare nel suo “America Oggi”. L’interpretazione – ricordata ancora oggi per la celebre scena di nudo presente – vale a Julianne Moore la prima candidatura all’Independent Spirit Awards come Miglior attrice non protagonista. Lo stesso anno recita anche ne “Il fuggitivo”, accanto ad Harrison Ford.

Nel 1995, grazie a “Safe”, di cui è principale interprete, inizia una proficua collaborazione con il regista Todd Haynes. Con lui girerà in seguito “Lontano dal Paradiso” (2002), che le fece conquistare una candidatura al premio Oscar e la coppa Volpi al festival di Venezia per la meravigliosa interpretazione della padrona di casa Cathy Whitaker. Nel 2007 recitò anche in “Io non sono qui” e dieci anni dopo ne “La stanza delle meraviglie”, presentato al Festival di Cannes, sempre di Haynes.

Dalla metà degli anni Novanta viene anche scoperta da Hollywood, che la vuole in film come “Nine Months – Imprevisti d’amore” con Hugh Grant (al suo primo ruolo in una pellicola statunitense) e nel block buster di Steven SpielbergIl mondo perduto – Jurassic Park (1997).

julianne moore jurassic park

La prima nomination agli Oscar è del 1998 come Miglior attrice non protagonista in “Boogie Nights – L’altra Hollywood”, ambientato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e diretto dall’allora poco noto Paul Thomas Anderson. Lavora ancora insieme a lui l’anno successivo in “Magnolia”, premiato a Berlino con l’Orso d’oro nel 2000.

Alla fine del decennio compare anche ne Il Grande Lebowski dei fratelli Coen e “Psycho” di Gus Van Sant. Con la sua magistrale interpretazione al fianco di Ralph Phiennes in “Fine di una storia” di Neil Jordan guadagna una nuova candidatura per la Miglior attrice protagonista agli Academy Awards.

Il fascino della “rossa del cinema”, voluta anche dall’alta moda

Destreggiandosi sempre tra cinema indipendente e Hollywood, anche il nuovo millennio vede Julianne Moore interprete in film di successo e in ruoli sempre complessi, in cui si rappresenta il dramma umano che l’attrice riesce a cogliere in tutte le sue sfumature. Anche il mondo della moda la adora: diventa la musa di Givenchy, testimonial di Bulgari, Karl Lagerfeld la vuole in passerella per l’alta moda di Chanel. Tom Ford, del quale è amica, la veste in quasi tutte le occasioni con creazioni uniche realizzate per esaltare la sua bellezza.

Interprete incredibile e icona di stile, si distingue anche per la sua chioma rossa. Tra varie sfumature, dai colori vivaci a quelli più tenui, i capelli rossi sono il suo biglietto da visita, valorizzando il suo incarnato chiaro e gli splendidi occhi azzurri. Parte integrante della sua identità, li ha sempre portati così; unica eccezione, la tintura bionda per il ruolo di Havana Segard in “Maps to the Stars” nel 2014 (per cui si aggiudicò il Prix d’interprétation féminine a Cannes).

Negli anni Duemila recita in “Hannibal“, accettando il ruolo dell’agente dell’FBI Clarice Starling, che era stato di Jodie Foster ne “Il silenzio degli innocenti”. Nel 2003 è insieme a Nicole Kidman e Meryl Streep in “The Hours”, ottenendo un’altra nomination agli Oscar, che purtroppo non vinse ancora una volta. Quattro anni dopo è al cinema con il controverso film di Tom Kalin “Savage Grace”. Nel 2008 prende parte all’esordio alla regia di Tom Ford con “A Single Man” e nel 2010 recita nei panni di Jules in “I ragazzi stanno bene” con Annette Bening, per il quale ottiene diverse candidature ai Bafta e ai Golden Globes.

Un anno dopo è insieme Steve Carrell nella commedia “Crazy, Stupid, Love“. Il ruolo di Sarah Palin nel pluripremiato “Game Change” del 2012 le regala Premio Golden Globe, un Emmy, un Critics’ Choice Television Award e uno Screen Actors Guild Award.

Sulla Walk of Fame e il tanto ambito premio Oscar

Dopo essere entrata ufficialmente nel cast degli ultimi due film di “Hunger Games” nei panni della presidentessa Alma Coin, nel 2013 riceve la stella numero 2507 sulla Hollywood Walk of Fame.
È con “Still Alice” (2014) che avviene finalmente la consacrazione agli Oscar. Porta a casa l’ambita statuetta come Miglior attrice per il ruolo di una donna a cui viene diagnosticato l’Alzheimer. La sua interpretazione è potente e magistrale e la critica la acclama all’unanimità. Le fa guadagnare anche il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista e lo Screen Actors Guild Award.

julianne moore still alice

Più di recente, la diva ha preso parte a “Suburbicon“, diretto da George Clooney, accanto a Matt Damon. Il film, presentato alla 74esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, affronta il razzismo negli Stati Uniti degli anni Cinquanta. Lo stesso anno, nel 2017, Julianne Moore ha posato anche nel Calendario Pirelli: splendida senza trucco, una vera icona senza tempo.

Sposata due volte, madre di due figli avuti nel 1997 e nel 2002, è una convinta sostenitrice del Partito Democratico e fortemente impegnata nel sociale. Attualmente è su Prime Video nei panni della femminista Gloria Steinem in “The Glorias”. Non sorprende trovarla nella recente classifica del New York Times che indica i 25 migliori attrici e attori del ventunesimo secolo. È la rossa più elegante e carismatica del cinema.

Autore: Chiara Anastasi

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