Dizionario Arte

Burgin, Victor

Artista e teorico inglese. Ha studiato pittura al Royal College of Art di Londra dal 1962 al 1965 e filosofia e arte alla Yale University dal 1965 al 1967. Dopo un inizio influenzato dall’arte minimalista e in particolare dall’opera di Robert Morris (25 Feet Two Hours, 1967), tra il 1967 e il 1969 ha inaugurato il suo personale discorso artistico con Photopath, in cui ventuno fotografie stampate in scala 1: 1 riproducevano il pavimento su cui erano collocate, creando una sorta di paradosso per cui l’opera mostrava e nello stesso tempo nascondeva il suo oggetto. Tra il 1969 e il 1971 la sua ricerca, collocata all’interno del filone concettuale, si è indirizzata verso lavori di matrice esclusivamente linguistica come All Criteria (1970, Tate Gallery, Londra) e dagli anni Settanta si è arricchita con opere basate sulla combinazione di testi e immagini che stimolavano una riflessione sull’economia e sulla politica contemporanee e più in generale sulle condizioni sociali nel mondo moderno (Possession, 1976; UK 76, 1976). Sostenitore di un’arte che si collochi in modo attivo e critico all’interno della società in cui opera, ha sviluppato le sue ricerche sulla base di importanti presupposti teorici costituiti dalla riscoperta del pensiero formalista russo e dalla semiotica strutturalista francese. È teorico e autore di fondamentali saggi come The Absence of Presence: Conceptualism and Postmodernisms (1984). Nascita: Sheffield 1941; :

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