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Calano i nuovi contagi, picco Covid previsto entro dieci giorni: i dati e le previsioni degli esperti

Quando arriverà il picco Covid in Italia? Ecco l’analisi degli ultimi dati

Per il secondo giorno consecutivo è in calo in Italia il numero dei nuovi positivi. Ma per quando è previsto il picco dei contagi da Covid?

La speranza arriva dai dati delle ultime 24 ore. I nuovi positivi sono stati 184.615, un centinaio in meno rispetto al giorno precedente. Dunque, la nuova curva dei contagi continua a scendere dopo il “picco settimanale” registrato martedì 11 gennaio, con oltre 220 mila casi. Questa oscillazione fa pensare ad un rallentamento della crescita, segnale del cosiddetto plateau, ovvero un altopiano dei nuovi casi che ne anticipa la discesa.

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Rallentano i contagi: il picco Covid per fine gennaio

Questo primo rallentamento lascia ipotizzare un possibile picco verso fine gennaio, tra dieci giorni al massimo. Ieri è uscito il nuovo monitoraggio condotto dalla Fondazione Gimbe, che rileva un rallentamento della crescita nel confronto settimanale. +49% i nuovi casi della settimana tra 5 e 11 gennaio, rispetto al +153% della settimana precedente.

In questo stesso arco di tempo sono aumentati i ricoveri e i decessi, ma di solito la discesa di questi parametri segue quella dei casi a distanza di un paio di settimane. Si registrano un +20% per le terapie intensive (+21% la settimana prima), +31,2% per i ricoveri (era al +28%). Il dato sicuramente più drammatico è quello dei decessi, questa settimana al +37,4%, rispetto al +9% dei giorni precedenti.

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Picco Covid: con Omicron la discesa sarà veloce

La straordinaria contagiosità della variante Omicron potrebbe essere la causa dell’impennata improvvisa di nuovi casi. Ma questo potrebbe anche determinare una veloce discesa, come già successo in Sudafrica. L’epidemiologo Paolo Bonanni ha sottolineato che «con i dati che abbiamo, al massimo entro la fine di gennaio, ma probabilmente anche prima, la curva dei contagi comincerà a scendere».

In Italia al momento ci sono due pandemie, causate dalle varianti Omicron e Delta. Ma se la prima riuscisse a prevalere sulla seconda, dovremmo essere in grado di vedere la discesa della curva nel giro di qualche settimana. Oggi, in base ai dati, possiamo già supporre che Omicron sia prevalente. Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato che «Omicron è al 65,9% in Italia, il che significa che il 23 gennaio avremo il picco di contagi e il 10 febbraio quello dei ricoveri».

Bisogna però tenere in considerazione un’incognita: l’effetto della riapertura delle scuole. Il ritorno in classe, infatti, potrebbe causare una nuova impennata e spostare il picco dei nuovi casi.

La discesa negli altri Paesi dopo il picco del Covid

Buoni segnali di speranza arrivano dal superamento della pandemia causata da Omicron negli altri Paesi che hanno avuto un’impennata prima dell’Italia.

In Sudafrica, infatti, i casi giornalieri sono diminuiti del 70% rispetto alla metà di dicembre. In Gran Bretagna il picco è stato raggiunto subito dopo Capodanno e da allora sono in discesa. Negli Stati Uniti, a New York, il numero dei nuovi contagi è aumentato di venti volte nel mese di dicembre, ma negli ultimi giorni si è appiattito. Anche in altre grandi città americane si rilevano segni di stabilizzazione.

 

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Editor: Susanna Bosio

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