Calcio in lutto: a 76 anni è morto Sven Goran Eriksson
Il calcio è in lutto: è morto Sven Goran Eriksson. L’ex allenatore di Sampdoria e Lazio era malato di un tumore al pancreas e si è spento oggi, lunedì 26 agosto 2024, all’età di 76 anni. Con i biancocelesti vinse lo storico scudetto 1999-2000.
È morto Sven Goran Eriksson, aveva 76 anni
Il mondo del calcio piange la scomparsa di Sven Goran Eriksson, allenatore svedese che in Italia si è seduto sulle panchine di Sampdoria e Lazio ed è stato dirigente di Roma e Fiorentina. Grande uomo di calcio, Eriksson è morto all’età di 76 anni a causa di un tumore incurabile al pancreas.
L’ex tecnico aveva informato il mondo della sua malattia lo scorso 11 gennaio nel corso di un’intervista alla radio svedese P1, riferendo di soffrire di un male incurabile in stato avanzato, dopo che, in seguito ad uno svenimento, i controlli medici avevano rivelato che c’era stato un ictus e che il tumore era già agli ultimi stadi.
Eriksson aveva anche detto che nel migliore dei casi gli sarebbe rimasto un anno da vivere, ma purtroppo oggi, lunedì 26 agosto, l’ex allenatore si è spento a Sunne, sua città natale nella Svezia centrale.
Solo pochi giorni fa il congedo finale da parte di Eriksson, affidato ad una docuserie in cui intervengono alcuni suoi ex grandi giocatori, da Roberto Mancini a David Beckham. Dalla serie è emersa una lezione di vita finale da parte del maestro svedese, capace di trovare le forze per un ultimo toccante appello rivolto a tutti.
Un appello in cui Eriksson, dopo aver ringraziato coloro che lo hanno affiancato nella sua carriera sportiva, ha invitato a vivere la vita, apprezzandola e prendendosene cura, cercando di essere positivi:
Abbiamo tutti paura della morte, ma la vita riguarda anche la morte. Spero che alla fine la gente dirà, era un brav’uomo. Ma so che non tutti lo diranno. Spero comunque che mi ricorderete come un ragazzo positivo, che ha sempre cercato di fare tutto il possibile.
Non dispiacetevi, sorridete piuttosto, e pensate ai momenti belli. Grazie a tutti, giocatori, colleghi, presidenti, tifosi. Prendetevi cura della vostra vita, e vivetela fino in fondo.
La carriera di Sven Goran Eriksson, un signore del calcio legato all’Italia
La carriera da allenatore di Sven Goran Eriksson lo ha visto sempre girare il mondo e ricoprire non solo il ruolo da tecnico, ma anche quello da dirigente.
Alla fine degli anni ’70 inizia la sua avventura in panchina, con la locale svedese del Degerfors, dove comincia a farsi notare. Approda dunque all’IGK Goteborg nel 1979, restandovi tre stagioni e conquistando il Tripletino nel 1982: campionato, Coppa di Svezia e Coppa UEFA. Un successo che lo proietta lontano dalla sua Svezia, precisamente in Portogallo, al Benfica. Con i lusitani vince due campionati consecutivi e la Coppa Nazionale.
Nel 1984 approda in Italia, allora l’El Dorado del calcio, come Direttore Tecnico della Roma: il palmares non è dei migliori, solo una Coppa Italia nel 1986, ma nella stessa stagione i giallorossi spaventano la Juventus, sfiorando dopo una grande rimonta il successo in campionato, vinto comunque dai bianconeri. Nell’87 arriva con lo stesso ruolo alla Fiorentina, senza vincere nulla, ma con discreti risultati
Nel 1989 torna allora in Portogallo, inaugurando un secondo ciclo vincente al Benfica dove conquista il suo terzo scudetto. Nel 1990 va molto vicino anche alla vittoria della Coppa dei Campioni, persa solamente di misura di fronte al Milan degli invincibili di Sacchi
Nel 1992 il secondo ritorno in Italia in veste ancora di DT, questa volta alla Sampdoria, a cui regala la Coppa Italia nel 1994. Nel 1997 il ritorno nella Capitale, questa volta sulla sponda biancoceleste. L’allora proprietario Sergio Cragnotti gli costruisce una squadra fenomenale che lo porterà a raggiungere risultati importanti.
Con i vari Mancini (portato dalla Sampdoria), Simone Inzaghi, Nesta, Vieri e Salas la Lazio arriva ad essere una delle migliori squadre europee.
Al primo anno i biancocelesti arrivano settimi in campionato (anche se vincono ben 4 derby su 4) e alzano la Coppa Italia, battendo il Milan con una grande rimonta nel doppio confronto: 1-0 per i rossoneri all’andata a San Siro e successo in rimonta 3-1 per la Lazio al ritorno. A livello europeo i biancocelesti arrivano fino alla finale di UEFA League, persa però 0-3 al Parco dei Principi di Parigi contro l’Inter.
Dopo una seconda annata in cui si registra la vittoria della Supercoppa Italiana (1-2 alla Juventus a Torino) e della Coppa delle Coppe (2-1 sugli spagnoli del Mallorca), Eriksson scrive indelebilmente il suo nome nella storia biancoceleste nella sua terza stagione, tra 1999 e 2000.
La Lazio riesce infatti a vincere, nell’anno del centenario dalla fondazione, uno storico Scudetto al termine di un lungo inseguimento alla Juventus. Con la vittoria della Coppa Italia nello stesso anno i biancocelesti diventano la quarta squadra nella storia del calcio italiano a centrare la doppietta Campionato-Coppa Nazionale. All’inizio dell’anno successivo l’ultimo trofeo con la Lazio, la Supercoppa Italiana vinta ai danni dell’Inter.
Il declino tra esperinze da CT e incarichi in Asia
Successivamente inizia il lento declino, con l’incarico di CT della Nazionale inglese tra 2001 e 2006: raggiunge i quarti di finale ai Mondiali del 2002, agli Europei del 2004 e ai Mondiali del 2006, anche se il rapporto con l’ambiente britannico si era incrinato; si dimise infatti subito dopo la sconfitta con il Portogallo, valevole per i quarti di finale della rassegna tedesca.
Le ultime esperienze lo hanno invece visto sulla panchina di due club inglesi, Manchester City (2007-2008) e Leicester City (2010-2011) e tre cinesi, Guangzhou (2013-2014), Shanghai (2014-2016) e Shenzhen (2016-2017), senza dimenticare i ruoli come CT di Messico (2008-2009), Costa d’Avorio (2010) e Filippine, ultimo incarico della carriera, tra 2018 e 2019.
Conclusione: Il calcio è in lutto: è morto Sven Goran Eriksson. L’ex allenatore di Sampdoria e Lazio era malato di un tumore al pancreas e si è spento oggi, lunedì 26 agosto 2024, all’età di 76 anni.
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