Mame Moda Camp: Noten of Fashion - il kitsch in mostra al MET. Moschino e Jean-Carhels de Castelbajac Notes of Fashion
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Camp: notes of fashion – il Kitsch in mostra al met

Dopo lo straordinario successo di Heavnely Bodies che ha attratto più di 1,3 milioni di visitatori (qui l’articolo che abbiamo lanciato lo scorso 28 settembre 2018), il MET si prepara a ricevere “Camp: Notes of Fashion“, un’esposizione che riflette sull’immagine più effimera della moda.

Al Met arriva il kitsch: “Camp: Notes of Fashion”, la mostra della moda too much

Per descrivere questo nuovo appuntamento, fissato al Metropolitan Museum of Art di New York, dal 9 maggio all’8 settembre 2019, è doveroso fermarsi sul significato stesso di camp.

Mame Moda Camp: Noten of Fashion - il kitsch in mostra al MET. Gucci
A sinistra, mantella disegnata da Alessandro Michele per Gucci

Camp è un termine coniato nel 1909 dal Passing English oh the Victorian Era il cui diede questa accezione: “Azioni e gesti di enfasi esagerata. Probabilmente di origine francese. Usato principalmente da persone che dimostrano un’eccezionale mancanza di carattere.”

Nello stesso anno, fu l’Oxford English Dictionary a proporre una sua definizione, sicuramente più dettagliata: “ostentato, esagerato, teatrale; effeminato o omosessuale; pertinente o tipico dell’omosessualità. Come nome, comportamento ‘camp’, maniere ‘camp’, ecc.; un uomo che esibisce tale comportamento.”

Ma cosa si cercava di definire con questo termine? Un movimento? una sub-cultura? Una reazione sociale?

Mame Moda Camp: Noten of Fashion - il kitsch in mostra al MET. Susan Sontang
Susan Sontang, autrice di Notes on Camp

Sebbene fosse stato coniato agli inizi del secolo passato, periodo in cui lo sfarzo era sinonimo di evanescenza, fu negli anni Sessanta che prese piede nell’arte e nella moda, definendo un nuovo atteggiamento sociale, sicuramente più ribelle e meno conservatore di un tempo.

Susan Sontang, scrittrice e intellettuale statunitense, affronta la tematica omosessuale giustapponendola alla sensibilità camp. In “Notes on Camp”, infatti,scrive: “Gli omosessuali hanno ritrovato la loro integrazione nella società nella promozione del loro senso estetico. Il camp può cancellare la moralità. Neutralizza l’indignazione morale, promuove ciò che è scherzoso.” Poi conclude: “Non è una sensibilità di tipo naturale, se di tali ne esistono. L’essenza del camp, infatti, consiste nell’amore per ciò che è innaturale: l’amore per l’artificiale e per l’esagerato […] Una sensibilità è quasi, ma non del tutto, indescrivibile. Ogni sensibilità che può essere racchiusa nella forma di un sistema, oppure maneggiata con i grezzi mezzi della prova, non è più una sensibilità. Si è concretizzata in un’idea.”

Ma oggi, il suo significato, ha la stessa valenza degli anni Sessanta e Ottanta?

“Camp: Notes of Fashion” nasce in risposta ai populismi di destra nell’era di Donald Trump. Questo è quanto afferma Andrew Bolton, curatore della mostra. Ai microfoni del The New York Times ha infatti espresso: “Molto del Camp di alto livello è una reazione a qualcosa. Quello che spesso viene liquidato come vuota frivolezza, può essere uno strumento sofisticato e politico specialmente per culture marginalizzate”. 

L’affondo al Presidente americano, astioso nei confronti della comunità LGBT, è chiaro nelle dichiarazioni di Bolton.

La mostra.

L’esposizione conta 175 capi provenienti dagli archivi di 37 case di moda. Lo scopo della mostra è riflettere sulla società odierna in modo critico che suona come un appello ai buon sensi.

Mame Moda Camp: Noten of Fashion - il kitsch in mostra al MET. Moschino e Jean-Charles de Castelbajac
Da sinistra, vestito da Franco Moschino per House of Moschino, autunno 1989; ensemble, Moschino, primavera 1991; cappotto, Jean-Charles de Castelbajac, autunno 1988-89.

Così, si affronta, attraverso un’esposizione, la religione e l’ascesa della Cina come potenza economica, in grado di traghettare stili e tendenze ma anche l’intera economia globale.

In questa ottica non saranno esposti solo abiti ma sarà anche un’imperdibile occasione per osservare disegni, dipinti e sculture.

La mostra è stata divisa in due percorsi: il primo sulle origini del camp, spaziando per epoche che hanno visto protagonisti il Re Sole e i dandy vittoriani, fino alla rivolta di Stonewall come espressione per le comunità gay; il secondo espresso dalla moda concettuale contemporanea ponendo attenzione sulla tecnica trompe l’oeil dei tessuti, dei materiali plastici adottati nel confezionamento, e i dettagli evanescenti e teatrali intrise non solo nel concept della collezione ma anche nella scenografia.

“Camp: Notes of Fashion” vedrà protagonisti: Moschino, Prada, Demna Gvasalia ma anche Marc Jacobs per Louis Vuitton, Jean Paul Gaultier, Charles James, Christian Lacroix, John Galliano, Cristobal Balenciaga, Alessandro Michele per Gucci, Karl Lagerferd per Chanel e per la sua label, Guccio Gucci, Elsa Schiaparelli, Viktor&Rolf, Yves Saint Laurent e altri.

Questa mostra sfiderà il ruolo convenzionale della bellezza e del gusto e stabilirà il ruolo fondamentale che ha giocato nella storia dell’arte e della moda”, ha commentato Max Hollein, il nuovo direttore del MET.

La mostra, disegnata dallo scenografo Jan Werseyweld, vede testimonial Alessandro Michele, Lady Gaga, Anna Wintour, Serena Williams e Harry Styles.

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