Cantanti lirici
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Cantanti lirici dopati? 2021

Il Corriere della Sera ha rilanciato le accuse del tenore Endrik Wotteich, che denuncia il sempre più frequente ricorso ai farmaci da parte degli artisti

Cantanti lirici dopati. Il Corriere della Sera ha rilanciato le accuse del tenore Endrik Wotteich, che denuncia il sempre più frequente ricorso ai farmaci da parte degli artisti, sfruttati da manager senza scrupoli. Partecipa al sondaggio on line
Il Corriere della Sera di martedì 21 agosto ha rilanciato autorevolmente l’allarme già raccolto nei giorni precedenti da altri quotidiani europei come il tedesco Frankfurter Allgemeine</personname /> Zeitung e il britannico Observer: l’interprete wagneriano Endrik Wottrich si è infatti sfogato, dichiarando alla stampa che il doping ha ormai fatto il suo ingresso anche nel campo della lirica.

Wottrich, 43 anni, compagno della trisnipote di Wagner,

Wottrich, 43 anni, compagno della trisnipote di Wagner, è stato costretto a dare forfait a Bayreuth, a causa di un raffreddore da lui stesso definito “insolito”. La colpa, secondo il cantante, sarebbe da addebitare ai ritmi sempre più frenetici imposti agli artisti da manager senza scrupoli. Per evitare figuracce, le star del bel canto ricorrerebbero sempre più spesso a farmaci, non disdegnando di attaccarsi alla bottiglia per annegare ansie e dispiaceri.

Il quotidiano italiano riporta anche i pareri del baritono Nicola Olivieri e del direttore d’orchestra Roberto Abbado, che gettano acqua sul fuoco, ammettendo tuttavia che in qualche caso farmaci a base di cortisone sono assunti dagli artisti per preservare le corde vocali da pericolose infiammazioni che porrebbero a rischio le loro performance vocali.

Sarebbero comunque sempre più frequenti i casi

Sarebbero comunque sempre più frequenti i casi di abbandoni all’ultimo minuto da parte di cantanti impegnati in veri e propri tour de force vocali, costretti a saltare da una parte all’altra del mondo per inseguire contratti ai quali non possono o non vogliono sottrarsi.

Senza scomodare il clamoroso abbandono di Roberto Alagna alla “prima” della Scala del 2006, il Corriere cita i recenti forfait per motivi di salute di Anna Netrebko al Festival di Salisburgo (laringite), quello del tenore messicano Rolando Villazon (depressione) e ancora quelli della mezzosoprano Magdalena Kozena, di Vesselina Kasarova ed Elina Garanca.

Da Firenze, Angelo Gabrielli, manager della soprano Barbara Frittoli, ammette che “nuove generazioni di manager tendono a spremere i cantanti, con il loro consenso, facendoli esibire il più possibile e sottoponendoli ad un vero e proprio tour de force. Gli artisti così raggiungono la fama e sono conosciuti anche dai non addetti ai lavori, ma alla fine a rimetterci sono il livello artistico e la loro carriera che dura solo qualche anno”.

Cantanti lirici dopati

Spezza una lancia a favore dei manager italiani Franco Moretti, direttore generale della Fondazione Festival Puccini, che al riguardo dice: “sembrano molto protettivi nei confronti dei loro artisti. Certo, c’è un esiguo numero di cantanti che usano farmaci o si rifugiano nella bottiglia, ma ci sono anche molti bravi artisti che, pur sottoposti allo stress, sanno che questi comportamenti sono rimedi controproducenti e che, se si sottopongono a diete dimagranti, lo fanno con raziocinio”. Per Gabrielli, un cantante non dovrebbe esibirsi per più di 40-50 recite in un anno, rifiutando di andare in scena se non in perfetta forma fisica.

Lo show business ha ormai posto salde radici anche nella lirica. Quanti artisti hanno la reale “capacità contrattuale” di imporre le loro condizioni?

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