bachelite
Lifestyle

CARA, VECCHIA BACHELITE

Bachelite. Per i collezionisti (e gli stilisti) è l’oro del Duemila. Tutti vogliono bijoux realizzati con la nonna delle plastiche, quella con cui si facevano i telefoni e le radio…

Sarà merito del vintage, sarà perché nuovi stilisti si stanno cimentando con quel vecchio materiale, ma i prezzi dei bijoux di bachelite stanno andando alle stelle (o forse, bisognerebbe cominciare a chiamarli gioielli?). La bachelite è la nonna delle materie plastiche, brevettata nel 1909 dal dottor Leo Baekeland.

È quella sostanza resinosa, scura e con un suo odore molto caratteristico usata dagli anni Venti all’inizio dei Cinquanta per radio, telefoni, bottoni e, appunto bijoux, imitando, nel tempo, marmo, avorio, tartaruga, corallo e varie pietre preziose e semipreziose.

Negli Stati Uniti, naturalmente, circolano già parecchi libri ( Bakelite Bangles: Price and Identification Guide , Krause; Bakelite Pins , Schiffer; Bakelite in the Kitchen , Schiffer) e siti dove i collezionisti possono fare acquisti ( www.plasticfantastic.com ).

Ricercatissimi i pezzi di particolari colori: Butterscotch, un giallo oro con una punta di marrone prodotto solo negli anni Trenta, End of the Day, miscele di tre o più colori contrastanti, Star Dust, bachelite trasparente con pagliuzze d’oro, prodotto solo nel ‘36 e ‘37.

I prezzi e la domanda  talmente alti che i gioielli vintage non bastano più e ora vengono prodotti con bachelite riciclata; esiste anche la falsa bachelite (Fakelite). Come riconoscere quella vera?

Ecco il prezioso consiglio di Ester Shultz, che da più di dieci anni produce spille ricavandole da vecchi bottoni, insieme con il marito: «La bachelite è pesante e battendo due pezzi uno contro l’altro fanno clack anziché click».

 

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