Carlo Carrà torna a Milano con una grande mostra
Nel 2018 il Comune di Milano ha dedicato il palinsesto di programmazione delle iniziative culturali al Novecento Italiano per offrire un percorso multidisciplinare sulla storia artistica, culturale e sociale del secolo scorso.
Carlo Carrà è l’ideale rappresentante di quel fil rouge che ha attraversato buona parte dei movimenti artistici in quegli anni di cui è stato attivo protagonista nel nostro Paese e in Europa, sia nella riflessione teorica che nell’elaborazione del linguaggio figurativo.
L’artista
Nel 1900 Carrà , in occasione della grande Esposizione Universale, parte per Parigi dove lavora come stuccatore. Al Louvre lo esaltano i Romantici, al Petit Palais Courbet, ma l’emozione piu’ grande la prova al Luxembourg. Lì si incanta davanti ai pittori “nuovi”: Renoir, Cezanne, Pissarro, Sisley, Monet, Gauguin.
Al ritorno in Italia, a Milano, avvicina gruppi libertari e socialisti e studia i teorici della rivoluzione. Nel 1906 entra all’Accademia di Brera dove stringe amicizia con vari artisti.
Ma è nel 1909 che incontra Boccioni, Russolo e Marinetti avvicinandosi così al futurismo e l’anno successivo firma con loro e Balla il primo Manifesto della Pittura Futurista.
Le sue posizioni radicali sia politiche che artistiche si riflettono nel monumentale dipinto I funerali dell’anarchico Galli rielaborato stilisticamente nell’autunno del 1911 quando, durante un viaggio a Parigi, si avvicina al Cubismo.
È solo durante l’estate del 1921, in Liguria, che riprende il contatto diretto con la natura. Infatti, è a Moneglia che dipinge il suo capolavoro più noto Il pino sul mare, inizio di una “nuova e risolutiva” fase della sua pittura.
A proposito di questa fase artistica sarà lo stesso Carrà a dire: “La natura morta è, secondo me, la prova del fuoco per un pittore.”
Mentre definisce così il suo momento metafisico: “La pittura metafisica in sostanza fu per me la ricerca di un più giusto rapporto tra realtà e valori intellettuali.”
La mostra di Carrà
Palazzo Reale dedica a questo fondamentale artista ideatore ed interprete dei movimenti che hanno scandito la storia dell’arte a partire dalla prima metà del secolo scorso, un approfondito percorso espositivo.
Percorso che traccia l’evoluzione del suo personale itinerario di ricerca stilistica a partire dal confronto iniziale con il Divisionismo fino alle prove del Futurismo e della Metafisica per poi tornare all’ “ordine” e alla realtà.
Si tratta della più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata su Carrà.
Un’occasione irripetibile che vede riunite circa 300 opere, concesse in prestito dalle più importanti collezioni italiane ed internazionali.
Infine la mostra non intende proporre solo la produzione artistica del grande pittore, ma anche i momenti più significativi di quella che lui stesso definisce “una vita appassionata”.
Promossa dal Comune di Milano -Cultura e realizzata in collaborazione con Palazzo Reale e Civita Mostre l’esposizione e’ curata da MariaCristina Bandera e Luca Carrà.
Il percorso espositivo
Tutti i visitatori avranno a disposizione un’audioguida che li accompagnerà nelle varie sezioni con un racconto accessibile e coinvolgente. Il racconto sarà sonorizzato dalle musiche da camera di Alfredo Casella, grande amico e collezionista di Carrà.
La mostra è suddivisa in 7 sezioni, ciascuna espressione di uno specifico periodo dello stile e della vita del grande Maestro.
- Tra Divisionismo e Futurismo
- Primitivismo
- Metafisica
- Ritorno alla natura
- Centralità della figura
- Gli ultimi anni
- Ritratti
In tal modo il percorso espositivo, coerente e fluido, scandisce le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura.
Il catalogo della mostra realizzato da Marsilio Editori include anche un cd musicale: “Nel salotto di Casella” che narra in musica il rapporto di Carrà con la sua epoca.
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