Dizionario Arte

Caro, Anthony

Scultore britannico, una delle figure più influenti nell’arte del dopoguerra in Gran Bretagna. Dopo aver studiato ingegneria all’università di Cambridge, e aver servito la marina nella seconda guerra mondiale, studiò scultura a Londra, poi lavorò come assistente part-time presso Henry Moore dal 1951 al 1953. I suoi primi lavori furono figure modellate in argilla, ma si avviò a un cambiamento radicale dopo aver visitato gli Stati Uniti e incontrato David Smith nel 1959: nell’anno successivo infatti cominciò a produrre sculture astratte in metallo, usando comuni materiali industriali come piastre d’acciaio e parti di tubi di alluminio insieme a pezzi di scarto, che saldava, sigillava e generalmente dipingeva di un singolo colore brillante. Il colore serviva a unificare la forma delle diverse strutture, e spesso esprimeva anche il tono psicologico dell’opera, come nel luminoso e ottimista rosso di Early One Morning (1962, Tate, Londra). Questa, come molte altre sculture di Caro, è di grande formato, aperta ed estesa nella composizione (l’autore la descrive come una “lunga danza”) e poggia direttamente sul pavimento, come altre opere di questo artista che fu una delle figure più importanti nella sfida alla tradizione del piedistallo. Egli insegnò part-time presso la St Martin’s School of Art a Londra dal 1953 al 1979, ed ebbe una forte influenza sui suoi allievi, dando vita a una nuova scuola britannica di scultura astratta (vedi New Generation). Negli anni Settanta la sua produzione divenne sempre più gigantesca e grezza nella struttura, incorporando a volte enormi pezzi metallici; ma dagli anni Ottanta tornò a materiali e tecniche più tradizionali e cominciò anche a produrre opere figurative (o semi astratte) in bronzo, tra le quali, nei primi anni Novanta, una serie ispirata alla guerra di Troia. Gode di un’ottima reputazione negli Stati Uniti così come in Inghilterra, ma non mancano i detrattori; il critico Peter Fuller descrisse le opere con cui era diventato famoso come “niente di diverso dalla sua epoca: rifletteva i valori superficiali, sintetici, urbani e commerciali tipici dell’America degli anni Sessanta”.

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