Caso Boccia: le lacrime di Sangiuliano al Tg1 e l’imbarazzo del Governo
Si colora di nuovi particolari e succose puntate il caso Boccia. Due sembrano essere gli aspetti principali delle ultime ore: da una parte le lacrime di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, dall’altra l’evidente imbarazzo del Governo e della premier Giorgia Meloni.
La vicenda di per sé in effetti è piuttosto ridicola, e getta una cattiva luce sull’intero esecutivo, già scosso in passato da scandali, scivoloni e vicende poco edificanti. Spesso protagonisti di simili “avventure” sono stati alcuni dei più importanti esponenti del Governo stesso: come scordare la situazione che coinvolge Daniela Santanchè, ministro del Turismo, o le gaffe di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura.
Il caso Boccia-Sangiuliano però rischia questa volta di essere ben più drammatico, nei toni e nelle conseguenze, rispetto ai precedenti. Il botta e risposta a colpi di social e comparsate tra televisione e carta stampata che sta andando in scena da giorni e vede protagonisti l’influencer Maria Rosaria Boccia e il ministro Gennaro Sangiuliano, potrebbe ora assumere contorni legali.
Nelle prossime ore la Procura di Roma si vedrà recapitare un esposto per peculato. Nell’occhio del ciclone ci sono documenti, mail e registrazioni, che la Boccia avrebbe disponibili e che ne attestano la presenza in occasioni ufficiali e durante lo svolgimento di riunioni (ad esempio quelle per l’organizzazione del G7 di Pompei), nonché la concessione a lei stessa di privilegi e servizi quali ad esempio diversi biglietti aerei e ferroviari gratuiti.
Il caso Boccia si allarga: intanto il ministro Sangiuliano chiede scusa alla moglie e a Giorgia Meloni
Assume tratti sempre più grotteschi il caso Boccia-Sangiuliano. L’ultimo capitolo di quella che sta diventando una vicenda dal sapore teatrale è il breve video con cui il ministro della Cultura si scusa per l’ennesimo scivolone che lo vede protagonista.
La prima persona a cui devo chiedere scusa, che poi è una persona eccezionale, è mia moglie. Poi chiedo scusa a Giorgia Meloni, che mi ha dato fiducia, per l’imbarazzo che ho creato a lei ed evidentemente al Governo. Chiedo scusa anche ai miei collaboratori che impropriamente, pur non avendo fatto niente, si trovano investiti da questa vicenda
Queste le parole con cui il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, apre il video di quindici minuti circa con cui si rivolge al pubblico, agli italiani in generale e alle persone più direttamente coinvolte da quella che è l’intera vicenda che lo vede primo protagonista. Il filmato racchiude l’intervista che il saggista napoletano ha rilasciato al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci.
Nel video, la cui diffusione è stata avallata dal Governo, appare un ministro fragile e pentito, che si commuove parlando di ciò che gli sta accadendo. Al tempo stesso però quello che si presenta davanti alle telecamere è un uomo sicuro della propria posizione, e come da lui stesso dichiarato “non ricattabile”.
Almeno ciò stando alle dichiarazioni dello stesso Sangiuliano. Parole però, quelle del ministro classe ’62, che almeno negli ultimi giorni appaiono poco concrete e certamente suscettibili perlomeno di qualche dubbio. Ad essere confermata nel filmato è poi la relazione personale ed affettiva che intercorreva tra Sangiuliano e la Boccia.
Il ministro quasi tra le lacrime afferma di aver presentato la propria disponibilità alle dimissioni alla premier Giorgia Meloni. Quest’ultima avrebbe però respinto questa soluzione, e invitato lo stesso Sangiuliano ad andare avanti e chiarire l’intero quadro, focalizzando l’attenzione sul “punto di verità”.
Con buona probabilità tale prospettiva resterà in piedi fino al momento in cui i documenti, le conversazioni registrate e le ricevute di spese, non andranno a comprovare un eventuale concreto sistema di favore rivolto alla persona di Maria Rosaria Boccia. In quella circostanza infatti appare davvero difficile immaginare che Giorgia Meloni possa prescindere dalle dimissioni di Sangiuliano.
I documenti, le chat, i messaggi, le carte d’imbarco: tutto il materiale con cui Maria Rosaria Boccia inguaia Gennaro Sangiuliano
È tutt’altro che risolta la vicenda dopo il video di scuse e difesa personale con cui Sangiuliano ha provato a chiarire la propria posizione in questo delicato momento. E ciò a causa dei nuovi post e delle recenti stories Instagram con cui Maria Rosaria Boccia mette in evidenza di essere in possesso di tanto materiale per così dire “compromettente“.
Le prime mail e i primi documenti resi pubblici vertono intorno alla nomina, reale o soltanto promessa, a consigliera del Ministero della Cultura. Da una parte c’è negazione assoluta in tal senso, dall’altra invece ci sarebbero mail e registrazioni che andrebbero nella direzione opposta.
Ciò che sembra essere evidente è l’abitudine che la Boccia aveva di filmare incontri ufficiali e parlamentari (famigerati ormai gli occhiali con la piccola videocamera nella montatura), e di registrare le conversazioni telefoniche scambiate con lo stesso ministro della Cultura oltre che con esponenti vari della segreteria del MiC.
Nella chat tra la 41enne e il saggista di Napoli compaiono cuoricini e parole d’affetto, che proverebbero la relazione sentimentale intercorsa tra i due. A questi però si aggiungono anche battute e scambi relativi al Governo, alla premier Meloni e alle attività del Ministero.
Catalogate come conversazioni private da Gennaro Sangiuliano tali messaggi possono divenire il nodo intorno a cui comprendere quanto la posizione del ministro sia compromessa ed eventualmente ricattabile. Lui ha già espresso il proprio punto di vista nell’intervista al Tg1, ribadendo con forza la propria integrità da un punto di vista professionale, con tanto di prove documentali in mano (tutte da verificare ovviamente).
Non ricatterei mai nessuno. Io ho solo raccontato la verità
Questa invece la visione della Boccia, che si dice una persona per bene e conferma come la pratica di filmare sedute parlamentari e incontri ufficiali sia cosa usuale e di certo non relativa alla sola sua persona. Altro nodo quest’ultimo che rischia di scoperchiare l’ennesimo vaso di Pandora.
Vertenza ora primaria appare quella legata all’impiego di fondi pubblici per elargire biglietti aerei, privilegi e servizi istituzionali alla figura della Boccia. Profilo che a quanto sostiene il ministro nulla aveva di ufficiale. Chiara la posizione assunta da Sangiuliano anche a tal proposito, ecco le sue parole:
Non è mai stato speso un euro pubblico
Questa è la versione del ministro della Cultura, e di fatto questa è la tesi abbracciata e difesa anche dal Governo, che forse non può fare altrimenti. Dubbi però rimangono considerando la presenza costante della Boccia a riunioni, eventi, festival ed incontri ufficiali ed istituzionali (e tutto ciò apre una potenziale voragine economica che urge di spiegazione: vitto, alloggio, auto della scorta ecc?). Se non ufficialmente consigliera a che pro e con quale titolo e diritto stava lì?
A questo aspetto, centrale e di primaria importanza, se ne aggiunge un secondo relativo alla questione sicurezza dello Stato. Sotto lo sguardo e nella disponibilità della donna sarebbero finiti infatti documenti, atti ufficiali e materiale classificato del Governo. È lei stessa a confermarlo attraverso le pubblicazioni degli ultimi giorni.
Sembrerebbe reale l’assenza di carte di argomento delicato o dall’alto profilo di sicurezza nella disponibilità della Boccia, così come confermato dalle parole di Sangiuliano. Però non si spiega e risulta comunque fuori luogo la presenza dell’indirizzo mail dell’organizzatrice di eventi di Pompei in una serie di scambi di posta elettronica dal carattere perlomeno confidenziale.
Emblematica in tal senso l’ormai risaputa vicenda del G7 Cultura di Pompei. Maria Rosaria Boccia era presente a diverse riunioni finalizzate all’organizzazione dell’evento, e il suo nome appare nelle mail connesse all’iniziativa culturale. Ed ecco dunque la medesima domanda di poco sopra: a che titolo?
Gennaro Sangiuliano da questo punto di vista ha provato a minimizzare, parlando di semplici programmi con orari e menù, e dunque di documenti dal minimo valore istituzionale. La Boccia però dal canto suo continua la propria campagna di bombardamento mediatico a mezzo Instagram.
L’influencer pubblica la nomina ricevuta a “consigliere per i Grandi Eventi”, le mail in cui è direttamente coinvolta e chiamata in causa, e ancora i biglietti del treno ricevuti sempre tramite posta elettronica e per conto del MiC. Intanto vede lievitare di ora in ora i propri followers sul noto social di immagini: nelle scorse ore ha superato la soglia dei 60mila.
Il caso Boccia tra proteste dell’opposizione e crisi di Governo
Scontata e veemente è giunta l’ondata di protesta da parte dell’opposizione. Come detto poc’anzi l’intero caso Boccia rischia di tramutarsi rapidamente da mediatico in giuridico-legale. Infatti il deputato Angelo Bonelli, di Avs, ha presentato alla Procura di Roma un esposto per peculato.
Il rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra domanda chiarimenti in particolare sull’uso di mezzi e servizi dello Stato. Il quesito che più scranni dell’opposizione hanno posto riguarda in special modo il perché Maria Rosaria Boccia possa aver usufruito di privilegi istituzionali forniti a personale statale, pur non rientrando in quest’ultima categoria professionale.
Durissime le condanne provenienti anche da Italia Viva, che parla di “amichettismo”, e così pure dal Partito Democratico. La segretaria Elly Schlein ha commentato l’intera vicenda e l’eccessivo spazio concesso dalla tv pubblica al tentativo di difesa portato avanti da Sangiuliano. Ecco le sue parole:
Sembra Beautiful, questa classe dirigente è inadeguata
La strada intrapresa da buona parte della sinistra, eccezion fatta per il momento per il Movimento 5 Stelle e il leader Giuseppe Conte, è quella che chiede e pretende le dimissioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Quest’ultimo attraverso le proprie dichiarazioni peraltro prende le distanze da simili accuse e si dice conscio dell’errore e della gravità della situazione, ma certamente inattaccabile da un punto di vista giuridico. Ecco la sua risposta alle accuse di peculato provenienti da Avs:
Sul piano morale sono censurabile, ma non vedo profili giuridici
Insomma un quadro ampio, sfaccettato ed estremamente complesso, che ogni giorno si arricchisce di particolari, dichiarazioni e nuovi sviluppi. Il tutto con un evidente comun denominatore: l’imbarazzo del Governo, che si ritrova soggetto a venti avversi di grandissima intensità. A ciò si può pure sommare l’enorme figura di inadeguatezza fatta dall’esecutivo agli occhi dei partner internazionali.
Conclusione: il caso Boccia si allarga e offre nuovi spunti: dalle lacrime di Sangiuliano al Tg1 sino al forte imbarazzo del Governo
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