Caso plusvalenze, l’opinione di due ex dirigenti di Inter e Milan
Plusvalenze, parlano due ex dirigenti di Inter e Milan
Il caso plusvalenze tiene banco fra i tifosi di calcio. L’approfondimento delle indagini che finora vedono coinvolta in larga parte la Juventus ed altri club, hanno provocato reazioni diverse. A proposito, ne hanno parlato in questi giorni due ex dirigenti del calcio. Si tratta del Prof. Ernesto Paolillo, a lungo a.d. dei nerazzurri, e l’avv. Leandro Cantamessa, ex difensore di lunga data dei rossoneri. Entrambi concordano sul fatto che prima bisogna indagare bene le decine di affari incriminati. Da una parte poi Paolillo chiede da ora in avanti un approccio più severo nelle punizioni, mentre Cantamessa ritiene che l’illecito sportivo sia comunque inesistente.
Plusvalenze, Paolillo: “Non l’hanno fatto di proposito, ma ora servono punizioni più severe”
Sul caso plusvalenze ne ha parlato in una lunga intervista a La Repubblica l’ex a.d. dell’Inter Ernesto Paolillo. Uno dei fautori del Ffp (Fair play finanziario), sul quale oggi si batte il petto, ha commentato così la vicenda Juve-plusvalenze:
“Io non credo che volontariamente i dirigenti bianconeri abbiamo cercato di infrangere le regole. Non ne avevano bisogno, avendo alle spalle una grande proprietà. E trattandosi di una società quotata, i manager non potevano essere così sprovveduti da pensare di dribblare gli obblighi di trasparenza imposti dalla società di vigilanza. Credo e spero che l’inchiesta chiarirà che si è trattato di un grande equivoco. E che gli indagati lo potranno dimostrare. Intanto, questa è la prova che occorre cambiare le regole europee sul player trading e sulla gestione dei club vanno modificate“.
Plusvalenze, Cantamessa: “Escludo illecito sportivo”
C’è poi l’avv. Leandro Cantamessa, per più di 30 anni legato all’ambiente del Milan. L’ex legale dei rossoneri sulle pratiche del calciomercato, si è così espresso ai microfoni de La Stampa:
“Il problema è sempre lo stesso: è molto difficile provare che le parti abbiano scientemente voluto concludere un affare fittizio. È complicato perché non esiste un listino prezzi nel calcio. Le variabili sono infinite. Consideriamo per esempio il caso di Zaniolo con l’Inter. Il club ha venduto un calciatore, rivalutatosi poi a dismisura nelle settimane successive. Mi sentirei di escludere un illecito sportivo“.
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